Ci saranno segni nel
sole, nella luna, nelle stelle. Il vangelo di Luca oggi non vuole raccontare la
fine del mondo, ma il mistero del mondo; ci prende per mano, ci porta fuori
dalla porta di casa, a guardare in alto, a percepire il cosmo pulsare attorno a
noi, immensa vita che patisce, soffre, si contorce come una partoriente
(Is13,8), ma per produrre vita. Ad ogni descrizione drammatica, segue un punto
di rottura, un tornante che apre l'orizzonte, lo sfondamento della speranza e
tutto cambia: ma voi risollevatevi e alzate il capo, la liberazione è vicina.
Anche nel caos della storia e nelle tempeste dell'esistenza, il vento di Dio è
sopra il mio veliero. State attenti a voi stessi, che il cuore non diventi
pesante! Verrà un momento in cui ci sentiremo col cuore pesante. Ho provato
anch'io il morso dello sconforto, per me e per il mondo, ma non gli permetterò
più di sedersi alla mia tavola e di mangiare nel mio piatto. Perché fin dentro
i muscoli e le ossa io so una cosa: che non può esserci disperazione finché
custodisco la testarda fedeltà all'idea che la storia è, nonostante tutte le
smentite, un processo di salvezza. Il dono dell'Avvento è un cuore leggero come
la fiducia, quanto la speranza; non la leggerezza della piuma sbattuta dal
vento, ma quella dell'uccello che fende l'aria e si serve del vento per andare
più lontano. E poi un cuore attento, che legga la storia come un grembo di
nascite: questo mondo porta un altro mondo nel grembo, un sogno da trasformare
in vita, perché non si ammali. Vivete con attenzione, state attenti alle
piccole enormi cose della vita. Scrive Etty Hillesum dal campo di sterminio:
«Esisterà pur sempre anche qui un pezzetto di cielo che si potrà guardare, e
abbastanza spazio dentro di me per poter congiungere le mani nella preghiera». I
Vangeli d'Avvento usano questo doppio registro: fanno levare il capo verso le
cose ultime, verso Colui-che-si-fa-vicino, e poi abbassare gli occhi verso le cose
di qui, dentro e attorno a noi. Lo fanno per aiutarci a vivere attenti, ad abitare
la terra con passo leggero, custodi dei giorni e pellegrini dell'eterno, guardando
negli occhi le creature e fissando gli abissi del cosmo, attenti al venire di
Dio e al cuore che si fa stanco. Pronti ad un abbraccio che lo alleggerisca di
nuovo, e lo renda potente e leggero come un germoglio. Avvento: la vita è non è
una costruzione solida, precisa, finita, ma è una realtà germinante (R.
Guardini), fatta anche e soprattutto di germogli, a cui non ti puoi aggrappare,
che non ti possono dare sicurezze, ma che regalano un sapore di nascite e di
primavera, il profumo della bambina speranza (Péguy).
E.
Ronchi
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