Io sono il pane vivo
disceso dal cielo. Potenza del linguaggio di Gesù, il suo mistero e la sua
storia espressi non con ragionamenti ma per immagini: pane, vivo, discesa,
cielo. Quattro parole e quattro metafore, ciascuna generativa, in quanto ricca
di movimento, di esperienza, di sapore e di orizzonti. Non spiegano il mistero,
ma lo fanno vibrare nella tua vita, mistero gioioso da godere e da assaporare.
Il pane di cui parlano non è quel pugno di acqua e di farina passata per la
macina e il fuoco, contiene molto di più: è il simbolo di tutto ciò che è buono
per te e ti mantiene in vita. I giudei si misero a mormorare contro Gesù. Ma
come? Pretendi di essere il pane piovuto dal cielo? Ma sei venuto come tutti da
tua madre e da tuo padre. Tu vuoi cambiarci la vita? E facendo quello che fa il
pane con il nostro corpo, che si nasconde e scompare nell'intimo, e non fa
rumore. No, il Dio onnipotente dovrebbe fare ben altro: miracoli potenti,
definitivi, evidenti, solari. Ma Dio non fa spettacolo. In fondo è la stessa
critica che mormoriamo anche noi: che pretese ha sulla mia vita quest'uomo di
duemila anni fa? Lui pensa davvero di farci vivere meglio? Non mormorate tra
voi.. Non sprecare parole a discutere di Dio, puoi fare di meglio: tuffati nel
suo mistero. Pane che discende dal cielo. Nota: discende, per mille strade, in
cento modi, come il pane nel corpo; discende verso di me, adesso, in questo momento,
e continuamente. Io posso scegliere di non prenderlo come cibo, lo posso anche
relegare nel repertorio delle fantasie, ma lui discende instancabilmente, mi
avvolge di forze buone. Io sono immerso in lui e lui è immerso in me, e nutre
la mia parte più bella. Non mormorate, mangiate. Il brano del Vangelo di oggi
si articola attorno al verbo mangiare. Un gesto così semplice e quotidiano,
eppure così vitale e potente, che Gesù l'ha scelto come simbolo dell'incontro
con Dio; ha raccontato la frontiera avanzata del Regno dei cieli con le
parabole del banchetto, della convivialità. Il Pane che discende dal cielo è
l'autopresentazione di Dio come una questione vitale per l'uomo. Il pane che
mangi ti fa vivere, e allora vivi di Dio e mangia la sua vita, sogna i suoi
sogni, preferisci quelli che lui preferiva. Bocconi di cielo. Sorge una
domanda: di cosa nutro anima e pensieri? Sto mangiando generosità, bellezza,
profondità? Oppure mi nutro di egoismo, intolleranza, miopia dello spirito,
insensatezza del vivere, paure? Se accogliamo pensieri degradati, questi ci
fanno come loro. Se accogliamo pensieri di Vangelo e di bellezza, questi ci
trasformeranno in custodi della bellezza e della tenerezza, il pane che salverà
il mondo.
E.
Ronchi
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