Prese a mandarli a due
a due. Ogni volta che Dio ti chiama, ti mette in viaggio. Viene ad alzarti
dalla tua vita installata, accende obiettivi nuovi, apre sentieri. A due a due
e non ad uno ad uno. Il primo annuncio che i Dodici portano è senza parole, è
l'andare insieme, l'uno al fianco dell'altro, unendo le forze. Ordinò loro di
non prendere nient'altro che un bastone. Solo un bastone a sorreggere il passo
e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza, un
amico per appoggiarvi il bisogno di comunione. Né pane, né sacca, né denaro
nella cintura; e ordinò di non portare due tuniche. Partono senza nulla di
superfluo, anzi senza neppure il necessario. Decisivi non sono i mezzi,
decisive non solo le cose, ma la fede che «solo l'amore crea» (san Massimiliano
Kolbe). Come se Gesù dicesse ai suoi: Voi vivrete di fiducia: fiducia in Dio,
che non farà mancare nulla, e fiducia negli uomini, che apriranno le loro case.
«Bagaglio leggero impone il viaggio e cuore fiducioso. Domani non so se qualcuno
aprirà la porta ma confido nel tesoro d'amore disseminato per strade e città,
mani e sorrisi che aprono case e ristorano cuori...» (M. Marcolini). Gesù ci
vuole tutti nomadi d'amore: gente che non confida nel conto in banca o nel
mattone ma nel tesoro disseminato in tutti i paesi e città: mani e sorrisi che
aprono porte e ristorano cuori. La leggerezza del nomade è la sua ricchezza, lo
porta verso gli altri e gli permette di riceverne i doni, di essere accolto come
ospite. Mi provoca, mi mette con le spalle al muro la povertà di mezzi degli
inviati. Vanno bene i pescatori del lago di Galilea, va bene anche un bovaro
come il profeta Amos. E nessuno di noi ha meno di loro. Nessuno può dire io
sono troppo piccolo per poter diventare testimone del Vangelo, troppo povero, non
ho mezzi o cultura. E allora vado bene anch'io, perché il discepolo annuncia con
la sua vita: il mio segreto non è in me, è oltre me, oltre le cose. La forza
della Chiesa, oggi come allora, non sta nei numeri o nelle risorse o nei mass
media, ma risiede nel cuore del discepolo: «L'annunciatore deve essere
infinitamente piccolo, solo così l'annuncio sarà infinitamente grande» (G.
Vannucci). Sorprende che Gesù insista più sulle modalità dell'annuncio, che non
sui contenuti di esso. E proclamarono che la gente si convertisse, ungevano con
olio molti infermi e li guarivano. La conversione: vedere il mondo in altra
luce, salpare verso cieli nuovi e terre nuove, una nuova architettura del mondo
e di rapporti umani. Che è già iniziata. Le loro mani sui malati annunciano
appunto che Dio è già qui. È vicino a te con amore. È qui e guarisce la vita.
E.
Ronchi
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento