Ci sono andati tutti
all'ultimo appuntamento sul monte di Galilea. Sono andati tutti, anche quelli
che dubitavano ancora, portando i frammenti d'oro della loro fede dentro vasi
d'argilla: sono una comunità ferita che ha conosciuto il tradimento,
l'abbandono, la sorte tragica di Giuda; una comunità che crede e che dubita:
«quando lo videro si prostrarono. Essi però dubitarono». E ci riconosciamo
tutti in questa fede vulnerabile. Ed ecco che, invece di risentirsi o di
chiudersi nella delusione, «Gesù si avvicinò e disse loro...». Neppure il
dubbio è in grado di fermarlo. Ancora non è stanco di tenerezza, di
avvicinarsi, di farsi incontro, occhi negli occhi, respiro su respiro. È il nostro
Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del santuario che sono le sue
creature. Che fino all'ultimo non molla i suoi e la sua pedagogia vincente è
“stare con”, la dolcezza del farsi vicino, e non allontanarsi mai più: «ecco io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Il primo dovere di chi
ama è di essere insieme con l'amato. «E disse loro: andate in tutto il mondo e
annunciate». Affida ai dubitanti il Vangelo, la bella notizia, la parola di
felicità, per farla dilagare in ogni paesaggio del mondo come fresca acqua
chiara, in ruscelli splendenti di riverberi di luce, a dissetare ogni filo
d'erba, a portare vita a ogni vita che langue. Andate, immergetevi in questo
fiume, raggiungete tutti e gioite della diversità delle creature di Dio,
«battezzando», immergendo ogni vita nell'oceano di Dio, e sia sommersa, e sia
intrisa e sia sollevata dalla sua onda mite e possente! Accompagnate ogni vita
all'incontro con la vita di Dio. Fatelo «nel nome del Padre»: cuore che pulsa
nel cuore del mondo; «nel nome del Figlio»: nella fragilità del Figlio di Maria
morto nella carne; «nel nome dello Spirito»: del vento santo che porta pollini
di primavera e «non lascia dormire la polvere» (D.M. Turoldo). Ed ecco che la
vita di Dio non è più estranea né alla fragilità della carne, né alla sua
forza; non è estranea né al dolore né alla felicità dell'uomo, ma diventa
storia nostra, racconto di fragilità e di forza affidato non alle migliori
intelligenze del tempo ma a undici pescatori illetterati che dubitano ancora,
che si sentono «piccoli ma invasi e abbracciati dal mistero» (A. Casati).
Piccoli ma abbracciati come bambini, abbracciati dentro un respiro, un soffio,
un vento in cui naviga l'intero creato. «E io sarò con voi tutti i giorni».
Sarò con voi senza condizioni. Nei giorni della fede e in quelli del dubbio;
sarò con voi fino alla fine del tempo, senza vincoli né clausole, come seme che
cresce, come inizio di guarigione.
E.
Ronchi
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