Inizio del Vangelo di
Gesù. Sembra quasi un'annotazione pratica, un semplice titolo esterno al
racconto. Ma leggiamo meglio: inizio di Vangelo, di una bella, lieta, gioiosa
notizia. Ciò che fa cominciare e ricominciare a vivere e a progettare è sempre
una buona notizia, un presagio di gioia, una speranza intravista. Inizio del
Vangelo che è Gesù. La bella notizia è una persona, un Dio che fiorisce sulla
nostra terra: «Il tuo nome è: Colui-che fiorisce-sotto-il sole » (D.M.
Turoldo). Ma fioriscono lungo i nostri giorni anche altri vangeli, pur se
piccoli; altre buone notizie fanno ripartire la vita: la bontà delle creature, chi
mi vive accanto, i sogni condivisi, la bellezza seminata nel mondo,
«la tenerezza che
trova misteri dove gli altri vedono problemi» (L. Candiani). E se qualcosa di
cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via
le ombre dagli angoli oscuri del cuore. Viene dopo di me uno più forte di me.
Gesù è forte, non perché “onnipotente” ma perché “onni-amante”; forte al punto
di dare la propria vita; più forte perché è l'unico che parla al cuore. E
chiama tutti a essere “più forti”, come lo sono i profeti, a essere voce che
grida, essere gente che esprime, con passione, la propria duplice passione per
Cristo e per l'uomo, inscindibilmente. La passione rende forte la vita.
Giovanni non dice: verrà un giorno, o sta per venire tra poco, e sarebbe già
una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno,
continuamente, ancora adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi e non ti accorgi
di lui, Dio è in cammino. L'infinito è all'angolo di ogni strada. C'è chi sa
vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni sa vedere il cammino
di Dio, pastore di costellazioni, nella polvere delle nostre strade. E ci
scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di
determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di perderlo: Dio
che si incarna, che instancabilmente si fa lievito e sale e luce di questa nostra
terra. Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non
fermarci all'oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. La presenza
del Signore non si è dissolta. Anzi, il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri.
Lo attestano mille segni: la coscienza crescente dei diritti dell'uomo, il movimento
epocale del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l'amore per madre
terra... La buona notizia è che la nostra storia è gravida di futuro buono per
il mondo, gravida di luce, e Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro,
vicino come il cuore. Tu sei qui, e io accarezzo la vita perché profuma di Te.
(E. Ronchi)
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento