Nella liturgia odierna, il Vangelo secondo Luca
presenta il racconto della chiamata dei primi discepoli, con una versione
originale rispetto agli altri due Sinottici, Matteo e Marco. La chiamata,
infatti, è preceduta dall’insegnamento di Gesù alla folla e da una pesca
miracolosa, compiuta per volontà del Signore. Mentre infatti la folla si
accalca sulla riva del lago di Gennèsaret per ascoltare Gesù, Egli vede Simone
sfiduciato per non aver pescato nulla tutta la notte. Dapprima gli chiede di
poter salire sulla sua barca per predicare alla gente stando a poca distanza dalla
riva; poi, finita la predicazione, gli comanda di uscire al largo con i suoi
compagni e di gettare le reti.
Simone obbedisce, ed essi pescano una quantità
incredibile di pesci. In questo modo, l’evangelista fa vedere come i primi
discepoli seguirono Gesù fidandosi di Lui, fondandosi sulla sua Parola,
accompagnata anche da segni prodigiosi. Osserviamo che, prima di questo segno,
Simone si rivolge a Gesù chiamandolo «Maestro», mentre dopo lo chiama «Signore».
E’ la pedagogia della chiamata di Dio, che non guarda tanto alle qualità degli
eletti, ma alla loro fede, come quella di Simone che dice: «Sulla tua parola
getterò le reti».
L’immagine della pesca rimanda alla missione della
Chiesa. Commenta al riguardo sant’Agostino: «Due volte i discepoli si misero
a pescare dietro comando del Signore: una volta prima della passione e un’altra
dopo la risurrezione. Nelle due pesche è raffigurata l’intera Chiesa: la Chiesa
come è adesso e come sarà dopo la risurrezione dei morti. Adesso accoglie una
moltitudine impossibile a enumerarsi, comprendente i buoni e i cattivi; dopo la
risurrezione comprenderà solo i buoni».
L’esperienza di Pietro, certamente singolare, è anche
rappresentativa della chiamata di ogni apostolo del Vangelo, che non deve mai
scoraggiarsi nell’annunciare Cristo a tutti gli uomini, fino ai confini del
mondo.
Tuttavia, il testo odierno fa riflettere sulla
vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Essa è opera di Dio. L’uomo non
è autore della propria vocazione, ma dà risposta alla proposta divina; e la
debolezza umana non deve far paura se Dio chiama. Bisogna avere fiducia nella
sua forza che agisce proprio nella nostra povertà; bisogna confidare sempre più
nella potenza della sua misericordia, che trasforma e rinnova.
Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio ravvivi
anche in noi e nelle nostre comunità cristiane il coraggio, la fiducia e lo
slancio nell’annunciare e testimoniare il Vangelo. Gli insuccessi e le
difficoltà non inducano allo scoraggiamento: a noi spetta gettare le reti con
fede, il Signore fa il resto. Confidiamo anche nell’intercessione della Vergine
Maria, Regina degli Apostoli. Alla chiamata del Signore, Ella, ben consapevole
della sua piccolezza, rispose con totale affidamento: «Eccomi». Col suo
materno aiuto, rinnoviamo la nostra disponibilità a seguire Gesù, Maestro e
Signore.
papa
Benedetto
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