PERDERE O GUADAGNARE IL PROPRIO
FRATELLO? (Mt. 18,15-20)
Gesù
non ha dubbi: “…se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello”. Oggi il
Vangelo ci aiuta a riflettere sulla delicata questione della correzione
fraterna e, in ultima analisi, sul perdono. La questione va affrontata
correttamente avendo presenti alcuni elementi decisivi: in primo luogo la
presenza del peccato come fatto universale, per cui diciamo che tutti siamo
peccatori; in secondo luogo la possibilità della correzione fraterna a
condizione che sia esercitata con la massima umiltà, evitando l’atteggiamento
del giudice ipocrita: “Come puoi dire al tuo fratello di togliere
la pagliuzza dal suo occhio se prima non hai tolto la trave dal tuo?”
Bisogna poi sempre tenere conto che la ruota della vita gira e chi oggi perdona
domani avrà bisogno del perdono della comunità. Ricordiamo inoltre che la
correzione fraterna si colloca nel contesto più ampio del perdonare sempre: “Pietro,
non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”. Gesù
ci offre comunque un criterio graduale e ragionevole per risolvere
positivamente situazioni controverse e di conflitto che possono crearsi in una
comunità nelle relazioni tra fratelli. I soggetti presenti e in azione sono il
peccatore da un lato e la comunità cristiana dall’altro, la quale all’inizio è
rappresentata da una singola persona che rivolge, con discrezione e
delicatezza, a chi sbaglia, l’invito al pentimento; in seconda battuta da due o
tre chiamati a testimoniare, e ancora, finalmente, dall’assemblea ecclesiale
convocata nel suo insieme. Va detto e sottolineato che l’obiettivo primario
deve sempre essere quello di “guadagnare
il proprio fratello”. E, se proprio dovesse esserci un’esclusione, questa
sarebbe da attribuirsi solo al peccatore che non si è ravveduto. Comunque sia
l’esito della correzione fraterna, va sottolineato che l’ultima parola non è
quella umana ma è piuttosto quella della misericordia di Dio, che si può
ottenere attraverso la mediazione salvifica della Chiesa: “…tutto quello che legherete
sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra
sarà sciolto in cielo”. La comunità cristiana non abbandona mai a se
stesso il peccatore, anche nel caso in cui non si ravvedesse, ma lo consegna
alla misericordia di Dio e lo accompagna con la preghiera di intercessione: “…se
due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il
Padre mio che è nei cieli gliela concederà”. Pertanto, prima c’è la
correzione fraterna, poi la misericordia di Dio, infine, la preghiera di
intercessione, perché spesso la correzione fraterna si realizza gradualmente e
porta frutto nel tempo, con la carità paziente.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento