sabato 22 luglio 2017

Il pensiero di don Pietro . domenica 23 luglio 2017

IL BUON SEME E LA ZIZZANIA (Mt. 13,24-43)

Gesù continua a rivolgersi alle folle con parabole per spiegare il regno dei cieli, questa meravigliosa realtà che egli è venuto a portare sulla terra perché gli uomini se ne innamorassero proiettando la loro vita verso di esso. In questo brano di Vangelo sono tre le parabole che Gesù racconta in successione, con le seguenti immagini: il buon grano e la zizzania, il granello di senape e il lievito. Nel complesso le tre parabole ci dicono che il regno dei cieli ha messo le sue radici tra gli uomini nel mondo, e nessuna potenza avversa potrà mai impedire che i suoi germogli possano crescere e fruttificare fino al raccolto finale. Nel campo di Dio è stato piantato il buon seme, ma non avrà vita facile nel crescere e svilupparsi perché un “nemico” vi ha piantato accanto la zizzania. “Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo”. Così Gesù personalizza il bene e il male identificandoli rispettivamente con i figli del Regno e i figli del Maligno. Bene e male non sono pura teoria, ma diventano realtà concreta in coloro che li scelgono. E’ chiaro allora che la parabola del buon seme e della zizzania vuole insegnarci che la vita del cristiano è una continua lotta contro il male, sapendo che non è mai vinto del tutto. Il conflitto sarà permanente, mai concluso, ma sostenuto dalla speranza e dalla consapevolezza che Dio ha vinto il Maligno. Una speranza che oggi è messa a dura prova dalla crisi del vivere comune: l’angoscia per una guerra mondiale a macchia di leopardo, la paura del terrorismo, il turbamento per le vittime innocenti dei flussi migratori, l’insicurezza economica e il disagio giovanile. Ma l’uomo di speranza non dà al male, alla morte e ai carnefici l’ultima parola, perché crede alla potenza dell’amore di Dio che cura le ferite, guarisce i cuori induriti e accoglie le vittime nel suo regno di luce. Il cristiano sa che c’è il male e che a volte lui stesso si lascia convincere, ma è altrettanto consapevole che solo la misericordia di Dio può vincere davvero il male. Il granello di senape, “il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante”,  e il lievito che scompare nella pasta “finché non fu tutta lievitata”, sono lì a testimoniare la potenza nascosta di quel seme buono che Gesù è venuto a piantare nel mondo, e che niente e nessuno potrà mai fermare. Certo, buon grano e zizzania cresceranno sempre insieme, “fino alla mietitura”, ma la misericordia di Dio unita alla nostra buona volontà impediranno che la zizzania abbia la meglio.             

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