lunedì 17 luglio 2017

Il pensiero di don Pietro - domenica 16 luglio 2017

LA SEMINA (Mt. 13,1-23)

La parabola che la liturgia di oggi ci propone è abbastanza facile da comprendere, dal momento che Gesù stesso ne dà la spiegazione. Tuttavia c’è una frase enigmatica che ci spinge a non dare tutto per scontato: “Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole; perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono”. Questo ci fa dire che, di fronte alla Parola di Dio, ci sono due tipi di comprensione: quella razionale e quella esperienziale. Quella razionale dipende dalla capacità cognitiva di ognuno, mentre quella esperienziale si impegna a tradurre ciò che è stato compreso in un’esperienza di vita. La prima comprensione utilizza solo la mente e l’intelligenza, mentre la seconda, mettendo in armonia mente e cuore, ci permette di aderire alla Parola di Dio con un atteggiamento di fede. Il segreto sta nell’atteggiamento interiore o del cuore. Per questo Gesù spiega anche il motivo per cui alcuni “guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono”. Questo è il motivo: “Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi…”  Tutto si decide nel segreto e nel profondo del cuore di ciascuno, da lì esce il bene o il male, un’adesione autentica oppure superficiale alla Parola di Dio. Dalla parabola di oggi cogliamo anche un altro insegnamento, quello dell’abbondanza della Parola di Dio. Come accade spesso nei miracoli, dove Gesù non si limita a guarire o a fare altro offrendo il minimo indispensabile, così anche il seminatore sparge semente da tutte le parti in abbondanza, senza curarsi del raccolto. Questo è il tempo della semina, per il raccolto ci sarà un altro tempo. Intanto bisognerà soprattutto prendersi cura del terreno, perché sia buono e possa dare frutto, non importa quanto: “…il cento, il sessanta, il trenta per uno”. Dunque, dal momento che la semina c’è già stata ed è stata abbondante, ora è il tempo di preparare il terreno, è il tempo di accogliere la Parola di Dio in un cuore buono e generoso. In una società che pensa solo a raccogliere dove altri hanno seminato, noi continuiamo ad accogliere la Parola di Dio occupandoci soprattutto della qualità del terreno. Non ci preoccupiamo di raccogliere, anzi, continuiamo a seminare attraverso la nostra testimonianza umile e sincera, sapendo che la generosità del Primo Seminatore si manifesterà anche alla fine nei confronti dei suoi servi fedeli.       

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