LA SEMINA (Mt. 13,1-23)
La
parabola che la liturgia di oggi ci propone è abbastanza facile da comprendere,
dal momento che Gesù stesso ne dà la spiegazione. Tuttavia c’è una frase
enigmatica che ci spinge a non dare tutto per scontato: “Infatti a colui che ha, verrà
dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che
ha. Per questo a loro parlo con parabole; perché guardando non vedono, udendo
non ascoltano e non comprendono”. Questo ci fa dire che, di fronte alla
Parola di Dio, ci sono due tipi di comprensione: quella razionale e quella
esperienziale. Quella razionale dipende dalla capacità cognitiva di ognuno,
mentre quella esperienziale si impegna a tradurre ciò che è stato compreso in
un’esperienza di vita. La prima comprensione utilizza solo la mente e
l’intelligenza, mentre la seconda, mettendo in armonia mente e cuore, ci
permette di aderire alla Parola di Dio con un atteggiamento di fede. Il segreto
sta nell’atteggiamento interiore o del cuore. Per questo Gesù spiega anche il
motivo per cui alcuni “guardando non vedono, udendo non ascoltano
e non comprendono”. Questo è il motivo: “Perché il cuore di questo popolo
è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli
occhi…” Tutto si decide nel segreto
e nel profondo del cuore di ciascuno, da lì esce il bene o il male, un’adesione
autentica oppure superficiale alla Parola di Dio. Dalla parabola di oggi
cogliamo anche un altro insegnamento, quello dell’abbondanza della Parola di
Dio. Come accade spesso nei miracoli, dove Gesù non si limita a guarire o a
fare altro offrendo il minimo indispensabile, così anche il seminatore sparge
semente da tutte le parti in abbondanza, senza curarsi del raccolto. Questo è
il tempo della semina, per il raccolto ci sarà un altro tempo. Intanto
bisognerà soprattutto prendersi cura del terreno, perché sia buono e possa dare
frutto, non importa quanto: “…il cento, il sessanta, il trenta per uno”.
Dunque, dal momento che la semina c’è già stata ed è stata abbondante, ora è il
tempo di preparare il terreno, è il tempo di accogliere la Parola di Dio in un
cuore buono e generoso. In una società che pensa solo a raccogliere dove altri
hanno seminato, noi continuiamo ad accogliere la Parola di Dio occupandoci
soprattutto della qualità del terreno. Non ci preoccupiamo di raccogliere,
anzi, continuiamo a seminare attraverso la nostra testimonianza umile e
sincera, sapendo che la generosità del Primo Seminatore si manifesterà anche
alla fine nei confronti dei suoi servi fedeli.
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