sabato 17 settembre 2016

Il pensiero di don Pietro - domenica 18 settembre 2016

LA RESPONSABILITA’ DEL DONO RICEVUTO ( Lc. 16,1-13)
Oggi ci viene chiesto uno sforzo particolare nell’interpretare correttamente la parabola dell’amministratore disonesto, infatti, questa parabola può essere facilmente fraintesa e male interpretata. Come mai Gesù si complimenta con un amministratore che si è comportato con disonestà? In realtà Gesù non elogia la sua disonestà, ma la scaltrezza che egli usa per uscire da una situazione critica. L’intuito e la rapidità con cui egli si è cavato dagli impicci sono il motivo dell’elogio. L’amministratore si trova nella situazione di dover prendere una decisione necessaria e urgente, proprio come nel caso di coloro che si ritrovano a decidere di fronte a Gesù. Questa parabola è rivolta ai discepoli, vuole invitarli a prendere una decisone sollecita a proposito di Gesù e della presenza del Regno che in lui si manifesta. In altre parole, devono decidere da che parte stare, adesso, subito! E’ lo stesso significato della sentenza conclusiva: “Nessun servitore può servire due padroni….Non potete servire Dio e la ricchezza”. E la scelta per Gesù e il suo Regno non può attendere. Addirittura Gesù indica il modo in cui i suoi discepoli devono prendere questa scelta: “…come i figli di questo mondo che agiscono con scaltrezza con i loro pari”. E’ chiaro che Gesù non intende approvare gli imbrogli e le furbizie che i figli del mondo usano per affermarsi, ma suggerisce ai figli della luce di essere  altrettanto tempestivi e intuitivi in modo tale da investire la loro sollecitudine e la loro intelligenza nella migliore occasione della vita, che è il Regno portato da Gesù. Nel Vangelo di oggi c’è un’altra frase di non facile interpretazione: “…fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”. Gesù ci invita a gestire la ricchezza in vista dell’eternità, ma chi sono questi amici che noi dobbiamo farci con la ricchezza disonesta? Gli amici che Gesù consiglia di farsi sono senz’altro i poveri, cioè, coloro che sono svantaggiati sul piano economico. Saranno proprio loro, i poveri, ad accoglierci nelle dimore eterne. La disonesta ricchezza, se condivisa con i poveri, diventa caparra di vita beata. I poveri a loro volta condivideranno le dimore eterne con coloro che li hanno beneficati. Il miglior investimento del denaro, secondo Gesù, è la condivisione soprattutto con i poveri.     

                                                                                                     don Pietro

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