LA PORTA STRETTA (Lc. 13,22-30)
La
“porta
stretta” dà l’idea di un posto angusto, difficile da attraversare. Con
questa immagine piuttosto efficace Gesù intende richiamare i suoi discepoli
alla responsabilità del cammino: chi decide di seguirlo non deve attendersi
privilegi, vantaggi o scorciatoie. La strada del discepolato e della sequela è
un allenamento continuo alla fatica e al sacrificio, del resto S. Paolo scrive
che noi siamo stati “comprati a caro prezzo”, cioè, siamo stati riscattati dalla
schiavitù del maligno a prezzo della vita stessa di Gesù. Certo impressiona non
poco ed è inquietante la domanda di quel tale a Gesù: “Signore, sono pochi quelli che
si salvano?” E’ istintivo pensare di salvarsi e, in qualsiasi
situazione anche la più ingarbugliata, trovare il modo di uscirne vittoriosi!
Ma non è altrettanto istintivo pensare a ciò che si deve pagare, a ciò che si
deve dare in termini di fatica, di impegno, di responsabilità. Il più delle
volte pensiamo di cavarcela a buon mercato, senza alcun sacrificio. Gesù non è
pessimista, ma realista, perciò risponde a quel tale: “Sforzatevi di entrare per la
porta stretta…” Da questa affermazione possiamo cogliere due
significati, il primo è un invito ad accettare la fatica e il sacrificio come
segno di responsabilità nel seguire Gesù sulla via della croce, unica via che
porta alla salvezza; il secondo, più nascosto, è la consapevolezza che alla
fine si potrà entrare da quella porta solo se dall’altra parte ci sarà Gesù ad
aprire, solo se chi bussa verrà riconosciuto da Gesù. Pertanto, se da un lato
dobbiamo mettere in campo tutte le nostre risorse, con responsabilità, impegno
e sacrificio, dall’altro siamo consapevoli che il passaggio da quella porta è
un dono, perché solo Gesù potrà permettercelo. Che sia soprattutto un dono, lo
si capisce dall’ultima frase del brano odierno: “Ed ecco, vi sono ultimi che
saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi”. La fatica,
l’impegno, il sacrificio devono essere vissuti sempre con la consapevolezza del
dono, mai con la convinzione del merito! Infine, la porta stretta ci fa venire
in mente la porta santa di questo Anno della Misericordia. Chi non ha varcato
almeno una volta, da qualche parte, una porta santa per ottenere il perdono, la
purificazione, l’indulgenza…la salvezza? Ebbene, ricordiamoci che abbiamo
ottenuto quanto richiesto, ma il cammino è ancora davanti a noi e ci chiama a
dare frutti degni della conversione, affinché un giorno quella porta stretta
possa aprirsi davanti a noi e possiamo “sedere a mensa nel Regno di Dio”.
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