sabato 20 agosto 2016

Il pensiero di don Pietro - domenica 21 agosto 2016

LA PORTA STRETTA (Lc. 13,22-30)

La “porta stretta” dà l’idea di un posto angusto, difficile da attraversare. Con questa immagine piuttosto efficace Gesù intende richiamare i suoi discepoli alla responsabilità del cammino: chi decide di seguirlo non deve attendersi privilegi, vantaggi o scorciatoie. La strada del discepolato e della sequela è un allenamento continuo alla fatica e al sacrificio, del resto S. Paolo scrive che noi siamo stati “comprati a caro prezzo”, cioè, siamo stati riscattati dalla schiavitù del maligno a prezzo della vita stessa di Gesù. Certo impressiona non poco ed è inquietante la domanda di quel tale a Gesù: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?” E’ istintivo pensare di salvarsi e, in qualsiasi situazione anche la più ingarbugliata, trovare il modo di uscirne vittoriosi! Ma non è altrettanto istintivo pensare a ciò che si deve pagare, a ciò che si deve dare in termini di fatica, di impegno, di responsabilità. Il più delle volte pensiamo di cavarcela a buon mercato, senza alcun sacrificio. Gesù non è pessimista, ma realista, perciò risponde a quel tale: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta…” Da questa affermazione possiamo cogliere due significati, il primo è un invito ad accettare la fatica e il sacrificio come segno di responsabilità nel seguire Gesù sulla via della croce, unica via che porta alla salvezza; il secondo, più nascosto, è la consapevolezza che alla fine si potrà entrare da quella porta solo se dall’altra parte ci sarà Gesù ad aprire, solo se chi bussa verrà riconosciuto da Gesù. Pertanto, se da un lato dobbiamo mettere in campo tutte le nostre risorse, con responsabilità, impegno e sacrificio, dall’altro siamo consapevoli che il passaggio da quella porta è un dono, perché solo Gesù potrà permettercelo. Che sia soprattutto un dono, lo si capisce dall’ultima frase del brano odierno: “Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi”. La fatica, l’impegno, il sacrificio devono essere vissuti sempre con la consapevolezza del dono, mai con la convinzione del merito! Infine, la porta stretta ci fa venire in mente la porta santa di questo Anno della Misericordia. Chi non ha varcato almeno una volta, da qualche parte, una porta santa per ottenere il perdono, la purificazione, l’indulgenza…la salvezza? Ebbene, ricordiamoci che abbiamo ottenuto quanto richiesto, ma il cammino è ancora davanti a noi e ci chiama a dare frutti degni della conversione, affinché un giorno quella porta stretta possa aprirsi davanti a noi e possiamo “sedere a mensa nel Regno di Dio”.  

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il commento