Un Vangelo da mistici,
di fronte al quale si può solo balbettare, o tacere portando la mano alla
bocca. La mistica però non è esperienza di pochi privilegiati, è per tutti, «il
cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà» (Karl Rahner). Il brano si
snoda su sette versetti nei quali per sette volte Gesù ripropone il suo
messaggio: in principio a tutto, fine di tutto, un legame d'amore. E sono parole
che grondano unione, vicinanza, intimità, a tu per tu, corpo a corpo con Dio,
in una divina monotonia: il Padre vi darà lo Spirito che rimanga con voi, per
sempre; che sia presso di voi, che sarà in voi; io stesso verrò da voi; voi
sarete in me, io in voi; mai orfani. Essere in, rimanere in: ognuno è tralcio
che rimane nella vite, stessa pianta, stessa linfa, stessa vita. Ognuno goccia
della sorgente, fiamma del roveto, respiro nel suo vento. Se mi amate. Un punto
di partenza così libero, così umile. Non dice: dovete amarmi, è vostro preciso
dovere; oppure: guai a voi se non mi amate. Nessun ricatto, nessuna
costrizione, puoi aderire o puoi rifiutarti, in totale libertà. Se mi amate,
osserverete... Amarlo è pericoloso, però, ti cambia la vita. «Impossibile
amarti impunemente» (Turoldo), senza pagarne il prezzo in moneta di vita nuova:
se mi amate, sarete trasformati in un'altra persona, diventerete prolungamento
delle mie azioni, riflesso del mio sguardo. Se mi amate, osserverete i
comandamenti miei, non per obbligo, ma per forza interna; avrete l'energia per
agire come me, per acquisire un sapore di cielo e di storia buona, di nemici
perdonati, di tavole imbandite, e poi di piccoli abbracciati. Non per dovere,
ma come espansione verso l'esterno di una energia che già preme dentro - ed è
l'amore di Dio - come la linfa della vite a primavera, quando preme sulla
corteccia secca dei tralci e li apre e ne esce in forma di gemme, di foglie, di
grappoli, di fiori. Il cristiano è così: un amato che diventa amante. Nell'amore
l'uomo assume un volto divino, Dio assume un volto umano. I comandamenti di cui
parla Gesù non sono quelli di Mosè ma i suoi, vissuti da lui. Sono la
concretezza, la cronaca dell'amore, i gesti che riassumono la sua vita che
vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero Lui. Lui che si perde dietro alla pecora
perduta, dietro a pubblicani e prostitute e vedove povere, che fa dei bambini i
conquistatori del suo regno, che ama per primo e fino a perdere il cuore. Non
vi lascerò orfani. Io vivo e voi vivrete. Noi viviamo di vita ricevuta e poi di
vita trasmessa. La nostra vita biologica va continuamente alimentata; ma la
nostra vita spirituale vive quando alimenta la vita di qualcuno. Io vivo di vita
donata.
E.
Ronchi
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