Gesù e una donna
straniera, occhi negli occhi. Non una cattedra, non un pulpito, ma il muretto
di un pozzo, per uno sguardo ad altezza di cuore. Con le donne Gesù va diritto
all'essenziale: «Vai a chiamare colui che ami». Conosce il loro linguaggio,
quello dei sentimenti, della generosità, del desiderio, della ricerca di
ragioni forti per vivere. Hai avuto cinque mariti. Gesù non istruisce processi,
non giudica e non assolve, va al centro. Non cerca nella donna indizi di colpa,
cerca indizi di bene; e li mette in luce: hai detto bene, questo è vero.
Chissà, forse quella donna ha molto sofferto, forse abbandonata, umiliata
cinque volte con l'atto del ripudio. Forse ha il cuore ferito. Forse indurito,
forse malato. Ma lo sguardo di Gesù si posa non sugli errori della donna, ma
sulla sete d'amare e di essere amata. Non le chiede di mettersi in regola prima
di affidarle l'acqua viva; non pretende di decidere per lei, al posto suo, il
suo futuro. È il Messia di suprema delicatezza, di suprema umanità, il volto
bellissimo di Dio. Lui è maestro di nascite, spinge a ripartire! Non
rimprovera, offre: se tu sapessi il dono di Dio. Fa intravedere e gustare un di
più di bellezza, un di più di bontà, di vita, di primavera, di tenerezza: Ti
darò un'acqua che diventa sorgente! Gesù: lo ascolti e nascono fontane. In te.
Per gli altri. Come un'acqua che eccede la sete, che supera il tuo bisogno, che
scorre verso altri. E se la nostra anfora, incrinata o spezzata, non sarà più
in grado di contenere l'acqua, quei cocci che a noi paiono inutili, invece che
buttarli via, Dio li dispone in modo diverso, crea un canale, attraverso il
quale l'acqua sia libera di scorrere verso altre bocche, altre seti. «Dio può
riprendere le minime cose di questo mondo senza romperle, meglio ancora, può
riprendere ciò che è rotto e farne un canale» (Fabrice Hadjaji), attraverso cui
l'acqua arrivi e scorra, il vino scenda e raggiunga i commensali, seduti alla
tavola della mia vita. Ed è così che attorno alla samaritana nasce la prima
comunità di discepoli stranieri. «Venite, c'è al pozzo uno che ti dice tutto
quello che c'è nel cuore, che fa nascere sorgenti». Che conosce il tutto
dell'uomo e mette in ognuno una sorgente di bene, fontane di futuro. Senza
rimorsi e rimpianti. Dove bagnarsi di luce. In questi nostri giorni
"senza" (senza celebrazioni, senza liturgie, senza incontri) sentiamo
attuale la domanda della Samaritana: Dove andremo per adorare Dio? Sul monte o
nel tempio? La risposta è diritta come un raggio di luce: non su un monte, non
in un tempio, ma dentro. In spirito e verità.
Sono io il Monte, io
il Tempio, dove vive Dio (M. Marcolini).
(E. Ronchi)
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