Amore e servizio, e satana è battuto
No la vita, non è semplice, non scherziamo. Ai più
fortunati può andare abbastanza bene, per gli altri, per la maggioranza, spesso
si rema controcorrente, si aprono sempre scenari di crisi: quando non è il
lavoro è la salute, quando non sono i figli è la fede. A volte si ha
l'impressione di percorrere un sentiero sempre più impervio e quando si pensa
di poter tirare il fiato, ecco che all'orizzonte compare una nuova difficoltà.
E davanti alle difficoltà siamo chiamati a fare luce, a capire, a combattere. A
superare la tentazione della scorciatoia o della disperazione. Gesù entra nel deserto,
sperimenta ogni sorta di difficoltà che Luca riassume in tre parabole, tre
tentazioni che Gesù affronta prima di iniziare il suo ministero. È inevitabile
combattere. Gesù ci indica il modo. E l'orizzonte verso cui muoverci. È giunto
il tempo di deporre le maschere: quelle di Carnevale e quelle molto più
impegnative che la vita ci ha cucito addosso, quelle che gli altri ci hanno
messo, quelle dietro cui ci rifugiamo per paura delle scelte. Davanti a Dio,
almeno davanti a lui, possiamo restare nudi senza provare vergogna. Gesù
solidale con l'uomo sperimenta la fame, si lascia avvolgere dal silenzio
stordente del deserto, si lascia invadere dalla luce accecante del sole. Fa
strano, a molti, ma è così. Gesù sceglie di scegliere. La conoscenza che Gesù
ha di Dio è assoluta: è il Verbo di Dio. Ma, in quanto uomo, cerca nel silenzio
una risposta. Gesù entra nel silenzio del deserto per decidere quale Messia
essere. Noi entriamo nel deserto della quaresima per chiederci se l'uomo che
siamo è quello che avremmo voluto diventare e, soprattutto, se assomiglia
all'uomo, magnifico, che Dioporta nel cuore. La gente si aspettava un Messia
muscoloso, politico, deciso, condottiero qualcuno che magicamente risolvesse i
problemi, che punisse i malvagi e che ristabilisse un bel governo. Gesù sarà un
Messia di basso profilo, non userà nessun altro strumento se non l'amore per
convincere, per annunciare, per convertire. Gesù ci dice che la vita è
sostanza, non immagine. Andrò al cuore delle persone, sarà il mio amore,
attinto dal Padre, a scavare i solchi nelle anime. Ho scelto di essere uomo per
dimostrare che Dio non è un privilegiato. Il potere è ambiguo: se da, pretende.
Il potere usa le persone, io sono venuto per servire. Voglio essere libero di
parlare del vero volto di Dio. Il miracolo è pericoloso: voglio che la gente
ami Dio per ciò che Dio è, non per ciò che dà. Non presento il volto di un Dio
che risolve i problemi, ma che li condivide. Capirà, il popolo? Si
accontenterà? Spalancherà il proprio cuore allo stupore di incontrare un Dio
dimesso e fragile, un Dio adulto? E io chi voglio essere? Le tentazioni si
moltiplicano, la logica mondana ci assilla: appari, vinci, usa, abusa, esagera,
fregatene, manipola, urla. E io, chi voglio essere?
Paolo
Curtaz
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