domenica 10 marzo 2019

Esegesi della Parola festiva - domenica 11 marzo 2019


Amore e servizio, e satana è battuto
No la vita, non è semplice, non scherziamo. Ai più fortunati può andare abbastanza bene, per gli altri, per la maggioranza, spesso si rema controcorrente, si aprono sempre scenari di crisi: quando non è il lavoro è la salute, quando non sono i figli è la fede. A volte si ha l'impressione di percorrere un sentiero sempre più impervio e quando si pensa di poter tirare il fiato, ecco che all'orizzonte compare una nuova difficoltà. E davanti alle difficoltà siamo chiamati a fare luce, a capire, a combattere. A superare la tentazione della scorciatoia o della disperazione. Gesù entra nel deserto, sperimenta ogni sorta di difficoltà che Luca riassume in tre parabole, tre tentazioni che Gesù affronta prima di iniziare il suo ministero. È inevitabile combattere. Gesù ci indica il modo. E l'orizzonte verso cui muoverci. È giunto il tempo di deporre le maschere: quelle di Carnevale e quelle molto più impegnative che la vita ci ha cucito addosso, quelle che gli altri ci hanno messo, quelle dietro cui ci rifugiamo per paura delle scelte. Davanti a Dio, almeno davanti a lui, possiamo restare nudi senza provare vergogna. Gesù solidale con l'uomo sperimenta la fame, si lascia avvolgere dal silenzio stordente del deserto, si lascia invadere dalla luce accecante del sole. Fa strano, a molti, ma è così. Gesù sceglie di scegliere. La conoscenza che Gesù ha di Dio è assoluta: è il Verbo di Dio. Ma, in quanto uomo, cerca nel silenzio una risposta. Gesù entra nel silenzio del deserto per decidere quale Messia essere. Noi entriamo nel deserto della quaresima per chiederci se l'uomo che siamo è quello che avremmo voluto diventare e, soprattutto, se assomiglia all'uomo, magnifico, che Dioporta nel cuore. La gente si aspettava un Messia muscoloso, politico, deciso, condottiero qualcuno che magicamente risolvesse i problemi, che punisse i malvagi e che ristabilisse un bel governo. Gesù sarà un Messia di basso profilo, non userà nessun altro strumento se non l'amore per convincere, per annunciare, per convertire. Gesù ci dice che la vita è sostanza, non immagine. Andrò al cuore delle persone, sarà il mio amore, attinto dal Padre, a scavare i solchi nelle anime. Ho scelto di essere uomo per dimostrare che Dio non è un privilegiato. Il potere è ambiguo: se da, pretende. Il potere usa le persone, io sono venuto per servire. Voglio essere libero di parlare del vero volto di Dio. Il miracolo è pericoloso: voglio che la gente ami Dio per ciò che Dio è, non per ciò che dà. Non presento il volto di un Dio che risolve i problemi, ma che li condivide. Capirà, il popolo? Si accontenterà? Spalancherà il proprio cuore allo stupore di incontrare un Dio dimesso e fragile, un Dio adulto? E io chi voglio essere? Le tentazioni si moltiplicano, la logica mondana ci assilla: appari, vinci, usa, abusa, esagera, fregatene, manipola, urla. E io, chi voglio essere?
                                                                                                                                  Paolo Curtaz

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