Con questa domenica dopo l’Epifania si
conclude il Tempo liturgico del Natale: tempo di luce, la luce di Cristo che,
come nuovo sole apparso all’orizzonte dell’umanità, disperde le tenebre del
male e dell’ignoranza.
Celebriamo
oggi la festa del Battesimo di Gesù: quel Bambino, figlio della Vergine, che
abbiamo contemplato nel mistero della sua nascita, lo vediamo oggi adulto
immergersi nelle acque del fiume Giordano, e santificare così tutte le acque e
il cosmo intero – come evidenzia la tradizione orientale.
Ma
perché Gesù, in cui non c’era ombra di peccato, andò a farsi battezzare da
Giovanni?Perché volle compiere quel gesto di penitenza e conversione, insieme
con tante persone che così volevano prepararsi alla venuta del Messia?
Quel
gesto – che segna l’inizio della vita pubblica di Cristo – si pone nella stessa
linea dell’Incarnazione, della discesa di Dio dal più alto dei cieli all’abisso
degli inferi. Il senso di questo movimento di abbassamento divino si riassume
in un’unica parola: amore, che è il nome stesso di Dio. Scrive l’apostolo
Giovanni: «In
questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo
Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui», e lo ha mandato «come vittima di espiazione per i
nostri peccati».
Ecco perché il primo atto pubblico di Gesù fu ricevere il battesimo di
Giovanni, il quale, vedendolo arrivare, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che
toglie il peccato del mondo».
Narra
l’evangelista Luca che mentre Gesù, ricevuto il battesimo, «stava in preghiera, il cielo si aprì e
discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e
venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio
compiacimento”».
Questo
Gesù è il Figlio di Dio che è totalmente immerso nella volontà di amore del
Padre.
Questo
Gesù è Colui che morirà sulla croce e risorgerà per la potenza dello stesso
Spirito che ora si posa su di Lui e lo consacra. Questo Gesù è l’uomo nuovo che
vuole vivere da figlio di Dio, cioè nell’amore; l’uomo che, di fronte al male
del mondo, sceglie la via dell’umiltà e della responsabilità, sceglie non di
salvare se stesso ma di offrire la propria vita per la verità e la giustizia.
Essere cristiani significa vivere così, ma questo genere di vita comporta una
rinascita: rinascere dall’alto, da Dio, dalla Grazia.
Questa
rinascita è il Battesimo, che Cristo ha donato alla Chiesa per rigenerare gli
uomini a vita nuova. Afferma un antico testo attribuito a sant’Ippolito: «Chi scende con fede in questo lavacro
di rigenerazione, rinuncia al diavolo e si schiera con Cristo, rinnega il
nemico e riconosce che Cristo è Dio, si spoglia della schiavitù e si riveste
dell’adozione filiale”.
don
Adriano
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