“COSA
DOBBIAMO FARE?” (Lc 3,10-18)
E’ la domanda posta al
Battista dalle persone che vanno da lui a farsi battezzare: “Che cosa
dobbiamo fare?” Sono persone che facevano mestieri diversi e piuttosto
sconvenienti: esattori delle tasse, soldati, gente legata al potere imperiale,
nemici del popolo. Eppure, è interessante notare come Giovanni non chiede di
cambiare mestiere; chiede piuttosto di fare in modo onesto ciò che già fanno.
Non chiede preghiere, digiuni, novene o altre partiche “religiose”. La
sua richiesta tocca la loro vita concreta, il loro agire quotidiano. Ciò che
deve cambiare è la pratica di vita, le scelte di tutti i giorni: bisogna vivere
l’appartenenza al mondo in modo limpido, evitando l’isolamento. Infatti, è
sempre forte la tentazione di separare ciò che è specificamente “religioso” da
ciò che è vita quotidiana. Giovanni ci dice che ciò che prepara la via al
Signore è una pratica di giustizia, fatta di condivisione (la folla),
accontentandosi di ciò che è giusto (i pubblicani), senza usare violenza sui
deboli (i soldati). Sono scelte ancora oggi attualissime, da non dare per
scontate. La condivisione, ad esempio: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi
non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”, non è scontata,
infatti, perché dovrei dare ciò che mio, magari anche frutto di fatiche e
sudori, a chi non ha niente? La condivisione è una scelta che nasce in noi
quando ci accorgiamo che le persone sono più importanti delle cose. Finchè uno
guarda solo a sé, non avrà mai abbastanza, vivrà sempre nella lamentela. Il
Vangelo ci invita ad “alzare lo sguardo”. Agli esattori delle tasse (i
pubblicani), Giovanni chiede: “Non esigete nulla di più di quanto vi è
stato fissato”. Tecnicamente li invita a non prendere tangenti. E’ la
logica del chiedere più del dovuto, di nascosto, perché si è nella posizione di
poterlo fare. Questa logica di fare le cose sottobanco, nasconde una pretesa
ingiusta sugli altri, che può essere vinta solo con la trasparenza di ciò che facciamo.
Anche ai soldati Giovanni ha qualcosa da chiedere: “Non maltrattate e non
estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”. E’
chiaro che il rapporto tra la gente e i soldati non fosse sullo stesso piano, i
soldati, essendo armati, potevano approfittare della loro posizione di forza.
Giovanni chiede ai soldati di non usare violenza, in particolare verso le
persone più deboli e indifese. Può accadere anche oggi che, trovandoci su
posizioni non paritarie, chi si trova più in alto e più forte non rispetti chi
si trova più in basso. E’ l’invito a fare delle nostre relazioni, nel rispetto
dei ruoli di ciascuno, qualcosa di buono e costruttivo.
don
Pietro
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