DI FRONTE A
GESU’… (Mc 10,46-52)
Nel vangelo di questa domenica, Gesù si trova di
fronte un cliente molto particolare e particolarmente invadente. Cerca Gesù e
lo cerca per un suo bisogno personale: è cieco e vuole vederci. Grida, gli
dicono di tacere e lui grida ancora più forte. Lo cerca con il suo stile che si
rivela non solo nel grido, ma nell’esuberanza dei gesti: “…gettato via il suo mantello,
balzò in piedi e venne da Gesù”. Su quel grido e su quella esuberanza
Gesù non fa nessuna obiezione. Si direbbe che rispetta tutto e prende atto di
quel grido, vi risponde e fa esattamente quello che il grido chiedeva. Viene in
mente, per opposto, il modo di avvicinarsi a Gesù da parte della emorroissa (Mc
5,25-34). Questa si trova in una situazione di disagio paragonabile a quella di
Bartimeo: malattia lunga, dispendio economico, situazione estrema. Ma non
arriva a far altro che toccare, furtivamente, la frangia del vestito di Gesù.
Da una parte, dunque, la vergogna di una donna colpita da una malattia che a
quel tempo veniva considerata come portatrice di impurità, e che la porta a toccare
“da
dietro” solo il lembo del mantello di Gesù. Dall’altra parte,
l’esuberanza di un maschio, Bartimeo, che grida e grida ancora più forte fino a
“costringere” Gesù a fermarsi. I due
atteggiamenti sono chiaramente diversi, ma provocano la stessa e medesima
reazione di Gesù. Reazione che si potrebbe definire di attenzione, di
accoglienza, di rispetto sia della vergogna, sia dell’esuberanza. Osservando
l’uomo contemporaneo potremmo dire che anche oggi ci sono modi molto diversi di
cercare Dio, soprattutto accade spesso che la ricerca avvenga non direttamente
ma attraverso bisogni specifici. Talvolta dentro le “occasioni” può nascondersi la ricerca di Dio: nel funerale di una
persona cara, nei sacramenti della iniziazione cristiana dei bambini, o nel
corso in preparazione al matrimonio. Ed è evidente che di fronte alle diverse
richieste degli adulti, la comunità cristiana sull’esempio di Gesù debba
rispondere con una domanda: “che cosa vuoi che io faccia per te?”
E più ci si pensa più diventa vero quello che il vangelo di oggi suggerisce.
L’unica vera risposta è lo stato d’animo dell’ascolto e della “simpatia”. Gesù, di fronte al cieco di
Gerico, si ferma e lo ascolta. Per cui più si è disponibili all’ascolto e più
si mette in pratica il vangelo. Ascolto e simpatia nei confronti di coloro che
cercano qualcosa o qualcuno su cui fissare lo sguardo. Ascolto e simpatia nei
confronti di coloro che ancora non vedono e siano liberati perché possano
vedere e cercare.
don
Pietro
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