domenica 28 ottobre 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 28 ottobre 2018


DI FRONTE A GESU’… (Mc 10,46-52)
Nel vangelo di questa domenica, Gesù si trova di fronte un cliente molto particolare e particolarmente invadente. Cerca Gesù e lo cerca per un suo bisogno personale: è cieco e vuole vederci. Grida, gli dicono di tacere e lui grida ancora più forte. Lo cerca con il suo stile che si rivela non solo nel grido, ma nell’esuberanza dei gesti: “…gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Su quel grido e su quella esuberanza Gesù non fa nessuna obiezione. Si direbbe che rispetta tutto e prende atto di quel grido, vi risponde e fa esattamente quello che il grido chiedeva. Viene in mente, per opposto, il modo di avvicinarsi a Gesù da parte della emorroissa (Mc 5,25-34). Questa si trova in una situazione di disagio paragonabile a quella di Bartimeo: malattia lunga, dispendio economico, situazione estrema. Ma non arriva a far altro che toccare, furtivamente, la frangia del vestito di Gesù. Da una parte, dunque, la vergogna di una donna colpita da una malattia che a quel tempo veniva considerata come portatrice di impurità, e che la porta a toccare “da dietro” solo il lembo del mantello di Gesù. Dall’altra parte, l’esuberanza di un maschio, Bartimeo, che grida e grida ancora più forte fino a “costringere” Gesù a fermarsi. I due atteggiamenti sono chiaramente diversi, ma provocano la stessa e medesima reazione di Gesù. Reazione che si potrebbe definire di attenzione, di accoglienza, di rispetto sia della vergogna, sia dell’esuberanza. Osservando l’uomo contemporaneo potremmo dire che anche oggi ci sono modi molto diversi di cercare Dio, soprattutto accade spesso che la ricerca avvenga non direttamente ma attraverso bisogni specifici. Talvolta dentro le “occasioni” può nascondersi la ricerca di Dio: nel funerale di una persona cara, nei sacramenti della iniziazione cristiana dei bambini, o nel corso in preparazione al matrimonio. Ed è evidente che di fronte alle diverse richieste degli adulti, la comunità cristiana sull’esempio di Gesù debba rispondere con una domanda: “che cosa vuoi che io faccia per te?” E più ci si pensa più diventa vero quello che il vangelo di oggi suggerisce. L’unica vera risposta è lo stato d’animo dell’ascolto e della “simpatia”. Gesù, di fronte al cieco di Gerico, si ferma e lo ascolta. Per cui più si è disponibili all’ascolto e più si mette in pratica il vangelo. Ascolto e simpatia nei confronti di coloro che cercano qualcosa o qualcuno su cui fissare lo sguardo. Ascolto e simpatia nei confronti di coloro che ancora non vedono e siano liberati perché possano vedere e cercare.               
                                                                                                                 don Pietro

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