sabato 11 agosto 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 12 Agosto 2018


LA MIA CARNE PER LA VITA DEL MONDO (Gv 6,41-51)
Continuando la riflessione su Gesù “pane di vita”, la liturgia invita oggi a riflettere sul significato della “vita nuova” che egli porta. Infatti, non si tratta soltanto di ricevere una vita senza fine, eterna, ma piuttosto di partecipare già ora alla vita stessa di Dio, che supera ogni forma di morte. Si tratta di partecipare ad una vita dalla “qualità superiore”, che ci libera da ogni dipendenza e schiavitù terrena. Oggi ci troviamo a vivere in un contesto dove ci si lascia trascinare impercettibilmente e drammaticamente verso lo sfaldamento dei valori e il sonno della morte. Il mondo sta diventando progressivamente un deserto dove si spengono sempre più le speranze. Ma il credente ha il compito di ridestarsi da questo torpore mortifero, perché Dio è capace di far diventare il confine della morte l’inizio di una vita nuova. In Gesù ritroviamo la volontà divina di amore e di salvezza nei confronti di ogni uomo. Infatti, il mangiare il “pane di vita” è proprio questo: assimilare la vita stessa di colui al quale si aderisce. Come il profeta Elia, nel cibo offertoci, siamo chiamati ad assimilare la forza per camminare fino al monte di Dio. Ricevere Gesù “pane di vita nuova”, significa camminare con una energia speciale, in grado di infondere la forza e imprimere in noi la giusta direzione al cammino della vita. Il dono che Gesù fa di se stesso con il “pane di vita”, è di una concretezza sconvolgente: un pane che è miracolo dell’abbondanza, quando Gesù nutre le folle che lo seguono da giorni. Un pane che è stravolgimento della esperienza di Dio, che da autorità distante diventa commensale dell’umanità per il riscatto degli uomini. La concretezza del dono di Gesù appare ancora più evidente nella frase seguente: “… e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Gesù non ci offre una cosa, ma la sua carne, e nell’offrire se stesso non rimane distaccato, ma diventa carne della nostra carne e sangue del nostro sangue. In questo modo Gesù porta a compimento il grande mistero dell’Incarnazione, in una comunione di amore pieno e totalizzante. Quando arriviamo a scoprire e sperimentare che ciò che è in gioco nella nostra vita è più grande di quanto vediamo, ci accorgiamo che la fede non può essere che abbandono gioioso a chi ci ha scelti e amati per primo. Gesù “pane di vita nuova” ci trasmette quell’energia creatrice che si traduce in forme sempre nuove e attuali.

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