domenica 29 luglio 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 29 luglio 2018


IL “SEGNO” DEL PANE Gv 6,1-15)
La narrazione del segno del pane moltiplicato, nel vangelo di oggi, ci orienta alla ricerca di Gesù come dono di Dio: si tratta di un “segno”, ossia di un gesto, di un evento visibile che insegna, ossia fa conoscere qualcosa del mistero di chi lo compie. Il segno del pane ci porta oltre la sua dimensione materiale, nella direzione di riconoscere in Gesù “il vero profeta che deve venire in questo mondo”, l’unico che può saziare la fame che dentro ci tormenta. Gesù si rivela come pane di vita eterna, ma lo fa a partire da una fame corporea e da un pane di concreta quotidianità. Come dire che non è possibile comprendere il senso profondo del “pane disceso dal cielo” senza un impegno nella solidarietà con le diverse forme di bisogno e di fame dell’umanità. Il segno del pane moltiplicato ci aiuta a comprendere meglio il significato dell’eucaristia, ci fa capire come la celebrazione eucaristica non possa e non debba essere mai staccata dalla concreta quotidianità, ma deve sempre impegnarci a tradurre il messaggio evangelico in partecipazione alle iniziative che si fanno carico di tutte le povertà diffuse nel mondo, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito. Il racconto del miracolo di Gesù apre la nostra mente alla comprensione di alcune verità sull’eucaristia che, vista dal di fuori, potrebbe essere considerata come qualcosa di inutile. La prima verità è che invece l’eucaristia è assai utile, in quanto fa emergere l’insufficienza delle risorse umane e pertanto la necessità di ricorrere a quelle divine. I duecento denari, i cinque pani d’orzo e i due pesci, sono lì a dimostrare con chiarezza l’insufficienza delle risorse umane. La seconda verità è che solo Gesù è in grado di saziare coloro che hanno fame, sia nel corpo che nello spirito, infatti paradossalmente è Gesù in persona a distribuire i pani e i pesci a ciascuno, “quanto ne volevano”, quasi ci fossero solo poche persone radunate! I discepoli entrano in scena solo quando tutti sono a posto, per raccogliere i pezzi avanzati. La terza verità è che comunque, l’uomo deve riconoscere la propria insufficienza e deve collaborare con Dio mettendo a disposizione quel poco che ha. La provvidenza di Dio non scavalca mai la disponibilità dell’uomo che, con umiltà desidera e chiede aiuto. La quarta verità è che il dono dell’eucaristia è sovrabbondante, come si può recepire dai “dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato”, dopo che tutta la folla era stata sfamata. Il valore dell’eucaristia è davvero immenso e incalcolabile, più di mille ricariche! Chi ha orecchi intenda.           


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