martedì 24 luglio 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 22 luglio 2018


GESU’, RIPOSO E GUIDA NEL CAMMINO DELLA VITA (Mc 6,30-34)
Dopo essere stati mandati a compiere la loro missione, “gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato”. Si può immaginare la gioia del ritrovarsi e l’entusiasmo nel raccontare le grandi cose compiute dagli apostoli, tuttavia Gesù vede sui loro volti la fatica e percepisce la loro stanchezza al punto da invitarli a riposare: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Paradossalmente il luogo deserto scelto per il meritato riposo, non è più tale a causa della folla che li insegue: “Molti però li videro partire e capirono…e li precedettero”. Che dire? In primo luogo che Gesù capisce l’esigenza tutta umana del riposo e del ristoro, la necessità di fermarsi a “ricaricare le pile”. Ma qui emerge anche la condizione dell’apostolo, destinato ad essere “mangiato” dalla folla: “…andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare”. Per cui il luogo del riposo, in disparte, solitario e lontano, in realtà non esiste, o se vogliamo, sarà l’incontro con Gesù e con la folla l’unico luogo dove dirigersi per riposarsi. Come i discepoli tornano da Gesù e gli raccontano quanto hanno compiuto, così anche le folle continuamente tornano a lui per raccontargli tutti i loro bisogni e le loro infermità: sono felici di ritirarsi con lui in disparte e riposare un poco con lui, all’ombra del suo sguardo. Ecco in che cosa consiste il vero riposo: non tanto nell’ambiente in cui ci si trova, che può essere un deserto o una valle oscura, quanto nella linfa vitale di cui ci si nutre. Qui, per gli apostoli e per l’intera folla, la linfa vitale è rappresentata da Gesù e dal suo insegnamento: “…ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. Così, la vicinanza di Gesù e le sue parole di vita, di speranza e di amore, sono il vero ristoro nel cammino della vita, che spesso è carico di fatica e stanchezza, pieno di confusione e privo di un riferimento solido: “…erano come pecore che non hanno pastore”. La compassione di Gesù non è lacrimosa commozione, è una forte passione che muove all’indignazione e all’azione. Gesù ama la folla con cuore di carne e con amore che salva, e con il suo insegnamento ridona a ciascuno quella dignità perduta in una società caratterizzata dall’appiattimento dei valori e dalla tendenza verso il basso. Gesù, con la sua vicinanza e il suo insegnamento ci permette di ritrovare noi stessi e il vero senso della vita nell’incontro con l’altro. Con Gesù ritroviamo noi stessi e il fine del nostro percorso di fede.             

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