lunedì 2 luglio 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 1 luglio 2018


DIO NON HA CREATO LA MORTE…GESU’ NE DA’ CONFERMA (Sap. 1,13-15; Mc 5,21-43)
Oggi, il tema che la Parola di Dio affronta è molto tosto, infatti, ci invita a riflettere sul male e sulla morte nella prospettiva di una vita nuova ed eterna, in quanto non più soggetta né al male né alla morte. La semplice osservazione delle realtà create ci fa dire che il male e la morte appartengono ad esse essendovi entrate “per l’invidia del diavolo”. (Sap 2,24) E’ altrettanto semplice e pacifico affermare che nessuno potrà mai sfuggire al momento ultimo della vita naturale, nonostante una certa tendenza culturale cerchi in qualche modo di mettere sotto silenzio o di nascondere la morte. Questa è la condizione dentro la quale l’uomo è chiamato a vivere la vita. Ma l’uomo non è stato creato da Dio per la morte, e Gesù è venuto a darne conferma. Come per l’invidia del diavolo è entrata nel mondo la morte, così per l’amore di Gesù, la vita nuova che ha sconfitto la morte, ha fatto il suo ingresso nel mondo. Tuttavia, ciò è avvenuto a “caro prezzo”, nel senso che Gesù ha accettato la passione e la morte in croce. Gesù ha toccato il fondo della morte e con la sua risurrezione tocca ogni uomo, al fine di partecipargli la sua vita. Così, Gesù vince la morte, ma ciò non significa che la morte si possa evitare; anzi, essa è come la porta che permette ad ogni essere umano di varcare la soglia della vita in pienezza, data dal totale abbandono in Dio. E la fede diventa la condizione necessaria per partecipare al dono della vita in pienezza, che Gesù ci ha conquistato: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”. “Non temere, soltanto abbi fede!” Così parlò Gesù all’emorroissa e al padre della bambina poi morta. Per la vittoria di Gesù sulla morte i cristiani si qualificano come uomini di speranza, impegnati a tradurre tale speranza in un servizio a tutte le forme di vita uscite dalle mani del Creatore. In tal senso i cristiani testimoniano in concreto la vittoria di Gesù su ogni forma di morte che attanaglia gli umani, promuovendo la vita in tutte le sue fasi e in tutte le sue condizioni. Là dove vi sono bambini da proteggere, donne da preservare dalla violenza, sofferenti da curare, anziani da accudire, profughi ed esiliati da accogliere, poveri ai quali ridare dignità, i credenti in Cristo devono adoperarsi al massimo delle loro possibilità e convinzioni. Non si può essere cristiani e al tempo stesso essere tiepidi o indifferenti nei confronti della vita. Come ebbe a dire recentemente papa Francesco: “Sono amareggiato al vedere tanti cristiani indifferenti di fronte ai fratelli bisognosi e in difficoltà”. I credenti in Cristo si qualificano quali promotori di una cultura di vita contro una cultura di morte sempre più diffusa.

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