sabato 7 ottobre 2017

Il pensiero di don Pietro - domenica 8 ottobre 2017

IL GRANDE RIFIUTO (Mt. 21,33-43)

Con la parabola dei “vignaioli omicidi”, rivolta ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, Gesù vuole dire che, se il popolo “eletto” lo rifiuta come messia, Dio continua la storia della salvezza in modi nuovi. Ma ci dice pure che la triste vicenda del rifiuto si può ripetere, nella coscienza di ogni cristiano e nella storia stessa della comunità. E’ il tema della “vigna del Signore”, ovvero del “regno di Dio”, che ci ricorda l’immagine del giardino nel racconto della creazione. E’ come se Dio avesse detto a ogni creatura: “vi affido un pezzetto di terra, coltivatela e tenetela in ordine, perché ne facciate la vostra casa e il vostro nutrimento”. Pertanto il rapporto tra regno di Dio e vita concreta è diretto, non c’è separazione. Purtroppo la nostra formazione ha separato il culto e la catechesi dalla dimensione della vita, come se fossero due mondi diversi. Ma la separazione ci porta ad essere senza regno di Dio, affidati esclusivamente alle leggi umane, che spesso si reggono su rapporti di forza, leggi scritte quasi sempre dai potenti per tutelare i loro interessi. Il regno di Dio, come ci è stato narrato da Gesù, ha altri valori. Hanno scritto che oltre 400 mila persone sono morte in Europa per inquinamento: il regno di Dio ci dice di essere sobri, rispettosi della natura, capaci di mantenere vivibile la terra. Un bambino su cinque in Italia rischia la povertà. Il Signore ci ha detto: amatevi come fratelli, come io vi ho amati. Le risorse naturali sono in estinzione, la Scrittura ci ricorda che Dio ha affidato agli uomini la terra perché la coltivassero e la custodissero. I femminicidi sono in aumento: san Paolo ricorda che tutti siamo figli di Dio e non deve esserci discriminazione né violenza alcuna. Molte persone lasciano la loro terra per fuggire dalle guerre e dalla fame: la Scrittura ci ricorda che siamo tutti stranieri sulla terra. Togliendo il desiderio del regno di Dio, ci ritroveremmo - e in parte sta già avvenendo - tra ingiustizie, sopraffazioni, egoismi e soprattutto solitudini. Il cristianesimo è una religione generativa e non distruttiva. Le tendenze culturali oggi in voga hanno scoperto nuove pratiche di vita: diete, cibo vegano, ginnastica, metodi buddisti. San Benedetto già nel 500 diceva di essere sobri, di mangiare la carne una volta la settimana, di fare silenzio, di fare digiuno, di impegnare la vita, oltre che nello studio, anche nei lavori manuali. Il messaggio evangelico è molto attento alla vita delle persone. Sembrerà strano ma mai, come oggi, è indispensabile cercare il regno di Dio. In fondo è l’armonia, la felicità e la pace, ricercate con responsabilità e accolte come dono da quel Dio che Gesù ci ha fatto conoscere.         

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