domenica 6 agosto 2017

Il pensiero di don Pietro - domenica 6 agosto 2017

SE SI POTESSE FERMARE IL TEMPO…(MT. 17,1-9)

Il titolo è volutamente qualcosa di nostalgico e provocatorio che ha lo scopo di indurci al realismo da un lato e alla speranza dall’altro. Al realismo che ci impedisce di considerare eterno e illimitato tutto ciò che invece è semplicemente provvisorio e sfuggente. Un sano realismo ci aiuta ad evitare il rischio di vivere di illusioni, cosa che spesso ci inchioda ad un passato che non torna più, ci aiuta a guardare alla realtà per quello che è e non per ciò che vorremmo fosse. Allora, riusciamo a capire che è proprio un sano realismo ad aprirci la strada verso la speranza di una realtà “altra e possibile”. Questo è il messaggio che l’evento della Trasfigurazione vuole trasmetterci: un’altra realtà possibile, verso la quale ci stiamo incamminando, dietro a Gesù che ne è la realizzazione compiuta. Vediamo e sentiamo spesso pubblicità, cantanti, scrittori, politici e accattivanti predicatori parlare di sogni e di felicità a portata di mano: sono tutte proposte illusorie e ingannevoli che si infrangono puntualmente nell’immenso mare dell’indifferenza e dell’egoismo. L’uomo, nella sua dignità di figlio di Dio ha bisogno di ben altro, ed è proprio quello che solo Gesù gli vuole e gli sa dare. Noi oggi non vediamo nessun segno che ci faccia dire come Pietro: “Come è bello star qui, facciamo tre tende”. Qual è, allora, la luce che ci viene data? Quella del Vangelo in cui splende la vita a motivo dell’annuncio e dell’ascolto della Parola. Sostenuti dalla luce di questa Parola noi dobbiamo vivere nella valle della fatica umana il comune viaggio dell’umanità verso un destino di gloria e di vita. Diceva S. Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”, cioè, l’uomo che vive seguendo Gesù, che è il Signore della vita: “Questi è il figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Bisogna, allora, bruciare tutti gli idoli che sono attorno a noi e dentro di noi per liberarci dalle nostre idolatrie ostinate. Se fossimo liberi da tutto ciò che ci vincola al mondo che passa, sapremmo dare a noi stessi e agli uomini la fiducia e la speranza nel cammino verso l’adempimento di tutte le promesse: Gesù è l’adempimento di tutte le promesse! Solo questa fede in Gesù vince il tempo e ci introduce nel nuovo; diversamente siamo vinti dal tempo e la nostra vita non servirebbe ad altro che a ripetere monotonamente cose vecchie, ormai superate e inutili. Noi non vogliamo che sia così, desideriamo invece recuperare l’autenticità della fede, secondo quella magistrale frase di S. Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”.      

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