SE SI POTESSE FERMARE IL TEMPO…(MT.
17,1-9)
Il
titolo è volutamente qualcosa di nostalgico e provocatorio che ha lo scopo di
indurci al realismo da un lato e alla
speranza dall’altro. Al realismo che ci impedisce di considerare
eterno e illimitato tutto ciò che invece è semplicemente provvisorio e
sfuggente. Un sano realismo ci aiuta
ad evitare il rischio di vivere di illusioni, cosa che spesso ci inchioda ad un
passato che non torna più, ci aiuta a guardare alla realtà per quello che è e
non per ciò che vorremmo fosse. Allora, riusciamo a capire che è proprio un sano realismo ad aprirci la strada verso
la speranza di una realtà “altra e possibile”. Questo è il
messaggio che l’evento della Trasfigurazione vuole trasmetterci: un’altra
realtà possibile, verso la quale ci stiamo incamminando, dietro a Gesù che ne è
la realizzazione compiuta. Vediamo e sentiamo spesso pubblicità, cantanti,
scrittori, politici e accattivanti predicatori parlare di sogni e di felicità a
portata di mano: sono tutte proposte illusorie e ingannevoli che si infrangono
puntualmente nell’immenso mare dell’indifferenza e dell’egoismo. L’uomo, nella
sua dignità di figlio di Dio ha bisogno di ben altro, ed è proprio quello che
solo Gesù gli vuole e gli sa dare. Noi oggi non vediamo nessun segno che ci
faccia dire come Pietro: “Come è bello star qui, facciamo tre tende”.
Qual è, allora, la luce che ci viene data? Quella del Vangelo in cui splende la
vita a motivo dell’annuncio e dell’ascolto della Parola. Sostenuti dalla luce
di questa Parola noi dobbiamo vivere nella valle della fatica umana il comune
viaggio dell’umanità verso un destino di gloria e di vita. Diceva S. Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”,
cioè, l’uomo che vive seguendo Gesù, che è il Signore della vita: “Questi
è il figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”.
Bisogna, allora, bruciare tutti gli idoli che sono attorno a noi e dentro di
noi per liberarci dalle nostre idolatrie ostinate. Se fossimo liberi da tutto
ciò che ci vincola al mondo che passa, sapremmo dare a noi stessi e agli uomini
la fiducia e la speranza nel cammino verso l’adempimento di tutte le promesse:
Gesù è l’adempimento di tutte le promesse! Solo questa fede in Gesù vince il
tempo e ci introduce nel nuovo; diversamente siamo vinti dal tempo e la nostra
vita non servirebbe ad altro che a ripetere monotonamente cose vecchie, ormai
superate e inutili. Noi non vogliamo che sia così, desideriamo invece
recuperare l’autenticità della fede, secondo quella
magistrale frase di S. Ireneo: “La gloria
di Dio è l’uomo vivente”.
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