sabato 26 agosto 2017

Il pensiero di don Pietro - domenica 27 agosto 2017

CHI E’ GESU’? FACCIAMOCI ALMENO LA DOMANDA! (Mt. 16,13-20)

Nel Vangelo solitamente leggiamo le innumerevoli domande, più o meno sensate, che vengono poste a Gesù, soprattutto da scribi e farisei. Oggi è Gesù a fare domande, comincia col chiedere ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” E chiaramente la risposta non poteva che essere diversificata, perché le opinioni della gente, su qualsiasi cosa, sono quasi sempre contrastanti, non univoche. Pertanto, i discepoli riportano a Gesù quanto hanno sentito in giro: “ Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. E fin qui non c’è nulla da obiettare dal momento che la risposta corrisponde alla verità delle cose: la gente difficilmente la pensa in modo univoco, ognuno la pensa a suo modo. Ma Gesù non demorde, vuole andare al “nocciolo” della questione, vuole sapere come la pensano loro, i suoi discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?” Su una questione così importante e decisiva quale è l’identità di una persona non si può rimanere sul vago, né sulle dicerie della gente, ma è necessario dichiarare apertamente il proprio pensiero. Lo fa Simon Pietro rispondendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Una simile risposta porta con sé una tale pregnanza di significato da far dire a Gesù, non solo e semplicemente che era esatta, ma che non era farina del suo sacco, cioè, di Pietro, bensì derivava da Dio stesso: “Beato te…perché il Padre mio che è nei cieli te lo ha rivelato”. E’ il dono della fede, è il dono di chi affida la propria vita a Dio, è il dono concesso agli umili e ai piccoli. E, insieme a questo dono, Pietro riceve il compito di una grande responsabilità, quella del ministero della riconciliazione. Sicché, dono che viene da Dio e responsabilità da esercitare nei confronti dei fratelli non sono mai separati, né da separarsi. Così ai tempi di Gesù. Ma oggi ci chiediamo a che punto sia il dibattito intorno a Gesù: c’è ancora qualcuno che si interroga su Gesù? L’impressione è che, al di fuori degli specialisti teologi o biblisti, o semplici fedeli, siano ben pochi quelli che si interrogano. Non si tratta di dare la risposta, prima ci si deve interrogare, mentre la risposta viene data in dono. Oggi sono davvero pochi quelli che si interrogano su Gesù, al punto da far dire a papa Francesco che una delle piaghe contemporanee è l’indifferenza, cioè, quell’atteggiamento di apatia e disinteresse dettato dall’individualismo, dall’egoismo e dalla mancanza di assunzione di responsabilità. Paradossalmente la domanda è fondamentale nel commercio ma lo è anche di più nei confronti di Gesù!       

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