I VERI “SAPIENTI” SONO GLI UMILI (Mt.
11,25-30)
Il
Vangelo di oggi sembra evidenziare un conflitto che è perennemente attuale:
coloro che si ritengono “sapienti” tendono a sottovalutare, forse anche
disprezzare, la gente “umile”, gli ultimi! L’annuncio del regno di Dio non è
una manifestazione di dominio, ma di vicinanza, alleanza, solidarietà con
l’uomo, e in particolare con gli ultimi. Nel messaggio che la Parola oggi ci
offre c’è tutto il grande paradosso del cristianesimo e del nostro essere
cristiani, e che è riassunto molto bene dalle parole di S. Paolo: “Dio
ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti… e ciò che nel
mondo è debole per confondere i forti” (1Cor 1,26ss.) Oggi riceviamo
dalla Parola lezioni di umiltà e siamo invitati a seguire Gesù su questa
strada. Nella prima lettura viene descritta l’immagine di un messia, non come i
sovrani del tempo, ma re umile e giusto che “viene a spezzare l’arco della
guerra e ad annunciare la pace alle nazioni”. E il Vangelo richiama
proprio questa figura quando parla di Gesù “mite e umile di cuore”. Gesù,
dunque, porta a compimento la figura messianica di un re mite e umile di cuore,
che non impone un giogo opprimente, ma si affianca nel nostro cammino per
esserci guida al Padre. Ecco perché solo ai “piccoli”
è concesso di conoscere i segreti del regno di Dio, perché sono loro i
prediletti di Gesù, infatti, solo loro si fanno trovare sulla sua stessa
lunghezza d’onda. Nel regno di Dio, sia bene chiaro, non c’è spazio per i
sapientoni e i prepotenti! Allora possiamo dire che il termine “piccoli” indica piuttosto un
atteggiamento, un modo di essere, che ci permette di accedere alla conoscenza
dei segreti del regno di Dio qui su questa terra, e un giorno ci permetterà di
entrarvi. Gesù sottolinea l’importanza di questo atteggiamento di umiltà e
semplicità: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Gesù si dona a
noi come modello di umiltà e di semplicità, da non intendere come concetti
astratti. Pertanto sarà utile e necessario tradurre questi atteggiamenti in uno
stile di vita. Dovrà essere uno stile di sobrietà nell’uso dei beni, di
sincerità nei rapporti con gli altri, di trasparenza nella vita parrocchiale o
nella comunità in cui si è inseriti. Gesù si propone come rifugio e ristoro
anche nei confronti di coloro che sono “stressati”
e “oppressi” da una vita che impone
ritmi insostenibili: “Imparate da me… e troverete ristoro per la
vostra vita”. E’ quanto mai opportuno accogliere da Gesù questa “scialuppa di salvataggio”, se non
vogliamo essere travolti da una spirale di vuoto insignificante. E’ quanto mai
opportuno fermarci: Gesù non ha fretta e ci aspetta.
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