“NON
SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE… ABBIATE FEDE…”
(Gv. 14,1-12)
La tristezza, la
paura, il turbamento, sono sentimenti molto presenti nell’animo umano ancora
oggi nella nostra società che pure ha subito un radicale cambiamento dai tempi
di Gesù. Soprattutto si affacciano e sono maggiormente presenti nei tempi di
crisi. Gesù parla di “turbamento” pensando che per Lui è ormai arrivato
il tempo di lasciare i suoi discepoli per andare verso il Padre. Si tratta di
costruire un nuovo inizio con i suoi discepoli, dove la sua presenza continuerà
ad esserci ma non sarà più la stessa di prima. Gesù conosce bene l’animo umano
e la fragilità che lo caratterizza, del resto Dio non potrebbe costruire il
nuovo edificio in un soggetto troppo sicuro di sé, che si considera già
arrivato, perché non sarebbe adatto a lasciarsi plasmare. Così nei racconti
biblici delle grandi vocazioni, troviamo sempre il timore dell’uomo che viene
sollevato dalla rassicurazione di Dio. Per superare il timore e la paura Gesù
indica ai suoi discepoli la mèta: “Nella casa del Padre mio vi sono molte
dimore…” Ma soprattutto li aiuta a comprendere che la cosa più
importante non è tanto la mèta quanto la via per raggiungerla: essere nella
strada giusta, che è Cristo stesso, camminare con Lui, essere in Lui, dà
certezza: “Io sono la via, la verità e la vita…” Allora bisogna
avere fede, fidarsi di Gesù e lasciarsi guidare da Lui: “Abbiate fede in
me…” Gli apostoli sono uomini concreti, non sono nati per essere eroi,
Gesù li ha scelti non perché erano perfetti ma perché li ha amati ed essi si
sono lasciati amare. Il Signore non si preoccupa dei risultati, del far bella
figura, di un prodotto finito, di garanzie e profitto. Ci chiede un cuore
disponibile e l’atteggiamento umile di chi si fida, mettendo la propria vita
nelle sue mani. Gli apostoli li vediamo spesso impreparati, inadeguati al
compito loro affidato, ma Gesù ha pazienza con loro e li prepara ad un grande
avvenire. In realtà noi possiamo sentirci consolati, perché questi uomini
fragili, deboli, dalla fede scalcinata, ma appassionati, carichi di slanci e di
sinceri entusiasmi, non solo ci rappresentano, ma ci appartengono, la loro vita
la sentiamo nostra. Anche noi, sullo stile degli apostoli e della prima
comunità cristiana, esperta nelle relazioni buone e costruttive, ricca di
carismi e servizi, capace di trasmettere la nuova umanità di Cristo risorto,
dobbiamo impegnarci ad accendere il volto autentico e luminoso della Chiesa.
don Pietro
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