L’ULIVO E LA CROCE (Mt.26,14-27,66)
Ecco i due segni che
caratterizzano questa domenica: l’ulivo e
la croce. Due segni apparentemente lontani, ma che in questa domenica sono
incredibilmente vicini. L’ulivo è universalmente riconosciuto come segno di
pace, infatti, alla fine del diluvio venne una colomba recando un ramoscello di
ulivo. Dall’ulivo si ricava l’olio che dà gusto ai cibi e rallegra la mensa
degli uomini. Con l’olio venivano consacrati i re del popolo d’Israele, e
ancora oggi viene usato nei sacramenti come segno dello Spirito Santo che opera
nella Chiesa di Cristo. L’ulivo è pace, è gusto, è gioia, è potenza che viene
dall’alto: oggi vengono benedetti i ramoscelli d’ulivo con i quali si va in
processione in segno di festa per ricordare l’entrata solenne di Gesù in
Gerusalemme, la città santa. Ma che cosa c’entra l’ulivo con la croce? Se
l’ulivo ci ricorda tutta una serie di significati positivi, della croce si
potrebbe dire altrettanto in senso contrario. Eppure, mai come in questa
domenica l’ulivo e la croce si trovano ad essere così vicini! Proprio dall’ulivo
si ricava il legno della croce. Proprio dalla croce di Gesù il mondo riceve la
pace di Dio. L’ulivo e la croce, due segni di un Dio che vuole fortemente la
pace, l’ha voluta agli inizi della creazione e l’ha riconfermata sulla croce
del Figlio. L’ulivo e la croce, due segni che diventano l’unico e irrevocabile
segno della pace di Dio! Lo capiranno gli uomini del terzo millennio? Purtroppo
siamo costretti a dire che il nostro Dio è “testardo”
nel ribadire il suo progetto di pace, tanto quanto è testardo l’uomo nel
rifiutarlo continuando nel suo assurdo e tragico progetto di discordia,
prepotenza e guerra. Certo, non tutto è perduto, non tutti gli uomini sono
allineati sulla strada senza via di uscita della violenza, ma è vero che il
mondo globale è governato dalla prepotenza e dalla paura. I discorsi che si
sentono in giro sono tutti caratterizzati da questi due sentimenti. E non sono
discorsi dell’uomo qualunque, ma di uomini e donne che si reputano cristiani,
questo dovrebbe preoccuparci. Comunque, sono ancora convinto che il Vangelo, se
da una parte è parecchio snobbato, preso sotto gamba, anche da molti cosiddetti
cristiani, sia uno dei mezzi più efficaci per uscire dal buio delle tenebre di
un mondo senza speranza. Ma all’unica condizione di accettare la lezione della
croce di Cristo. E’ la lezione dell’umiltà, di un Dio umile e nello stesso
tempo grande proprio in quanto si abbassa fino all’uomo. E’ la lezione di un
Dio giusto perché nel Figlio non viene a giudicare il mondo, ma a portare la salvezza
attraverso il perdono: “Padre, perdona loro…”. Buona
Settimana Santa!
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