sabato 22 aprile 2017

Il pensiero di don Pietro - Domenica 23 aprile 2017 - San Giorgio Martire

IL DUBBIO E LA FEDE (Gv. 20,19-31)
Non è facile descrivere la fede di una persona, così Tommaso nell’immaginario collettivo è diventato colui che non ha fede. Tuttavia se esaminiamo a fondo la vicenda di Tommaso ci accorgiamo che le sue pretese di vedere e di toccare il corpo risorto di Gesù non sono poi così assurde: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non crederò”. Non si tratta di un dubbio teorico ma concreto, Tommaso vuole innanzi tutto verificare che si tratti della medesima persona che ha subìto la passione e la crocifissione, cioè, che non ci sia stato uno scambio di persona. E Gesù con autorevolezza lo accompagna in questa verifica: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” E’ Gesù che, in modo graduale, accompagna Tommaso alla fede, e Tommaso lo riconosce come: “Mio Signore e mio Dio!” La confessione di fede di Tommaso è duplice: crede nella risurrezione e insieme nella divinità di Gesù. E’ una delle confessioni di fede più nitide, chiare, profonde che vi siano nei Vangeli. Eppure Gesù ne denuncia il limite, affermando che c’è una fede più grande, quella di chi crede pur non avendo visto: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” Tommaso sulla base della sola testimonianza dei suoi amici non aveva creduto, e comunque aveva chiesto delle condizioni precise: “Se non vedo…” Noi siamo nella condizione di poter credere senza aver visto, possiamo vivere quella beatitudine di cui ha parlato Gesù. Noi crediamo sulla base dei testimoni “oculari” che ci hanno raccontato ciò che hanno udito e ciò che hanno visto: “Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e abbiate la vita nel suo nome”. Non perdiamo questa opportunità! Un’altra lettura dell’esperienza di fede di Tommaso ci può insegnare come possiamo credere che Gesù è risorto anche dentro le ferite più o meno profonde della nostra vita quotidiana, infatti, Tommaso ha creduto mettendo il dito nelle piaghe del Signore: riusciremo noi a fare altrettanto fissando lo sguardo sulle nostre piaghe? E’ questo il compito più impegnativo e difficile della nostra fede. Allora possiamo dire che la vera fede passa sempre dalla prova della croce, e Gesù ce lo ha insegnato.  


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