DI CHI CI FIDIAMO, A CHI CI AFFIDIAMO?
(Mt. 6,24-34)
Questo
interrogativo pone il problema della libertà e della possibilità di scegliere
da che parte stare, come essere e quale direzione imprimere alla nostra vita.
E’ assai diffusa l’idea che la libertà sia decidere ciò che ci pare e ciò che
ci piace. Secondo questa idea sarebbe possibile vivere in piena indipendenza da
tutto e da tutti e in piena autonomia. Siamo abbastanza intelligenti e saggi da
capire che un’idea simile nasconde un tragico tranello: farci credere di essere
liberi, mentre di fatto siamo schiavi di un padrone tiranno. La verità è che
nella condizione umana non esiste una libertà incondizionata, priva di
condizionamenti e dipendenze. Allora, dentro i condizionamenti e le dipendenze
della vita, si tratta di scegliere da chi vogliamo essere governati e decidere
qual è il “padrone” che desideriamo servire: “Nessuno può servire due padroni…
Non potete servire Dio e la ricchezza”. E sappiamo che c’è una
differenza sostanziale tra questi due padroni: la ricchezza ci offre solo
l’illusione della sicurezza, infatti, nel momento decisivo non ha nessun potere
e ci abbandona; Dio invece, è un Padre buono che si prende cura delle sue
creature e dei suoi figli e, nel momento decisivo li accoglie nel suo regno.
Gesù ci mette in guardia dall’eccessiva preoccupazione per le cose materiali
che crea affanno, ansia e paura del domani. Gesù ci suggerisce due
atteggiamenti: osservando le cose belle del creato vediamo che Dio si prende
cura di ogni cosa; la vita dell’uomo è sopra ogni cosa, a lui è riservato il
regno di Dio, perciò deve occuparsene con assoluta priorità: “Cercate
invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi
saranno date in aggiunta”. Nelle attività e nell’impegno dell’uomo Gesù
colloca al primo posto la ricerca del regno di Dio. Questa priorità ci chiama
ad un cambiamento di mentalità, in base al quale le cose materiali diventano
secondarie e, comunque, sempre relative alla ricerca del Regno. L’affannoso e
deleterio tentativo, da parte di molti, di costruirsi una sorta di paradiso
terrestre, va a scapito della giustizia e della equa distribuzione delle
risorse. Mentre a noi credenti viene chiesto di essere giusti, di cercare
soprattutto e prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia. Dobbiamo
decidere di chi vogliamo fidarci e a chi desideriamo affidare il destino della
nostra vita, se a Dio Padre, buono e fedele alle sue promesse, oppure alla
ricchezza che è un padrone tiranno e imbroglione.
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