lunedì 13 febbraio 2017

Il pensiero di don Pietro - domenica 12 febbraio 2017

SI PUO’ DARE DI PIU’ (Mt. 5,17-37)

Sarà capitato anche a noi di poter dare di più e meglio, ma ci siamo limitati a fare il minimo indispensabile. Il titolo è tratto da una vecchia e famosa canzone che diceva proprio così: “si può dare di più”. Oggi il Vangelo ci invita proprio a dare di più, a non accontentarci del minimo sindacale, a non scegliere la strada più facile che ci fa comodo. Gesù ci invita a dare tutto, come lui ha dato tutto. Accontentarci di una vita mediocre, senza sapore né calore, deluderebbe noi e chi ci sta accanto. Così Gesù, riconducendoci alla Legge antica, la Legge di Mosè, ci indica quali sono gli atteggiamenti che la superano portandola a compimento: “…non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento”. Il primo degli atteggiamenti è quello che ci porta a verificare come viviamo la relazione con il nostro prossimo: “…fu detto agli antichi: Non ucciderai… Ma io vi dico chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio”. Gesù è chiaro, ci dice che non è sufficiente evitare lo spargimento di sangue del proprio fratello, ma è necessario vivere l’incontro con giustizia e rispetto, con la ferma volontà di riconciliazione e, ogni qual volta vi fossero motivi di contrasto o di litigio, bisogna sempre far prevalere la comunione. Anche nei rapporti di amore tra uomo e donna Gesù chiede un superamento della Legge antica che si limitava a proibire l’adulterio, cioè, il tradimento. Qui Gesù chiede una tensione permanente verso la perfezione dell’amore, impegnandosi a educare i sensi, le passioni e i sentimenti, orientandoli verso l’ideale più alto dell’amore: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. Nella relazione degli sposi cristiani tutto il corpo è impegnato in un cammino di purificazione, dove il primato deve essere dato all’amore vissuto secondo l’originario disegno di Dio sulla vita. Infine, Gesù ci invita alla trasparenza del parlare e all’onestà fondata sul valore della parola: “Il vostro parlare sia ‘sì, sì’, ‘no, no’, perché il di più viene dal Maligno”. Chi non rimane trasparente nel parlare si lascia coinvolgere dal Maligno ed assume il suo stesso atteggiamento di menzogna e di compromesso nel mascherare o nascondere la verità. La Legge antica prevede di non dire il falso, ma l’amore di Gesù chiede ancora di più l’onestà del cuore che rende inutile il giuramento, in quanto è già di per sé fedeltà alla verità e in grado di dare autorità e garanzia alla propria parola. Se una parola è vera non c’è bisogno di giuramento, se una parola è falsa non sarà certo il giuramento a renderla vera.            

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