CAMBIAMENTO DI MENTALITA’ (Mt. 3,1-12)
Nella
prima domenica di Avvento Gesù ci ha indicato un atteggiamento spirituale di
attenzione: “Vegliate, tenetevi pronti”, è come se avessimo ascoltato un
primo campanello di allarme. Oggi l’invito ci viene da Giovanni Battista, ed è
un invito che coinvolge in modo radicale la nostra persona e la nostra vita. Il
Profeta fa un vibrante appello a tutti quelli che vanno da lui per farsi
battezzare affinché cambino vita orientandola decisamente dalla parte di Gesù
che viene. Ma il cambiamento non deve essere finto, mascherato o anche solo
apparente, come avevano cercato di fare molti farisei e sadducei: “Chi
vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate
dunque un frutto degno della conversione…!” Convertirsi non è una cosa
facile né indolore, perché qui si tratta di cambiare il cuore, di cambiare il
modo di considerare la realtà, di staccarsi da certi vizi che non percepiamo
più come peccato, di prendere il coraggio di comportamenti nuovi. E’ un po’ come morire alle cose vecchie per
fare spazio alla novità dello spirito. La vera conversione è un movimento
interiore che agisce sulla fiamma viva del desiderio, trasformandolo. Diventa
pertanto desiderio di uscire dalla palude melmosa in cui da troppo tempo stiamo
muovendoci, desiderio di respirare a pieni polmoni la dignità e la bellezza
della vita, desiderio di tornare ad essere limpidi e autentici, come abbiamo
sempre sognato. Desiderio di incontrare Dio e di vivere in relazione con lui,
costi quello che costi. Perché Colui che sta per arrivare non merita soltanto i
ritagli della nostra vita e del nostro tempo, ma tutta la nostra intelligenza,
il nostro cuore, le nostre risorse, la nostra volontà. Ma ci sono oggi seri
impedimenti alla vera conversione, sono le forti attrazioni che nascondono un
inganno: il godimento
ricercato come fine a se stesso, senza alcun riferimento ad un progetto di
vita; la ricchezza avidamente
accumulata e posseduta, senza alcun riferimento alla giustizia; l’ambizione e la superbia come
unica ricerca del successo, per garantire il potere di asservire altri e di
manipolarli. Abbiamo tuttavia gli strumenti per combattere questi impedimenti: l’ascesi della rinuncia a tutto
ciò che è illecito anche se a portata di mano, e a tutto ciò che mortifica la
nostra vita (spese superflue, letture dispersive, chiacchiere inutili); l’etica della responsabilità che
nasce dall’amore e ci dispone ad avere tempo per Dio e per gli altri. Alla fine
dobbiamo convenire che è meglio la fatica di una buona conversione piuttosto
che la tristezza di chi sperimenta gli effetti devastanti e negativi del
peccato.
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