Gesù entra nel tempio: ed è come entrare nel centro del tempo e dello spazio, nel fulcro attorno al quale tutto ruota. Ciò che ora Gesù farà e dirà nel luogo più sacro di Israele è di capitale importanza: ne va di Dio stesso. Gesù si prepara una frusta e attraversa la spianata come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli e monete. I tavoli rovesciati, le sedie capovolte, le gabbie portate via mostrano che il capovolgimento portato da Gesù è totale.
Vendono buoi per i
ricchi e colombe per i sacrifici dei poveri. Gesù rovescia tutto: è finito il
tempo del sangue per dare lode a Dio. Come avevano gridato invano i profeti: io
non bevo il sangue degli agnelli, io non mangio la loro carne; misericordia io
voglio e non sacrifici (Os 6,6). Gesù abolisce, con il suo, ogni altro
sacrificio; il sacrificio di Dio all'uomo prende il posto dei tanti sacrifici
dell'uomo a Dio.
Gettò a terra il
denaro, il Dio denaro, l'idolo mammona, vessillo innalzato sopra ogni cosa,
installato nel tempio come un re sul trono, l'eterno vitello d'oro è sparso a
terra, smascherata la sua illusione. E ai venditori di colombe disse: non fate
della casa del Padre, una casa di mercato. Dio è diventato oggetto di
compravendita. I furbi lo usano per guadagnarci, i devoti per guadagnarselo.
Dare e avere, vendere e comprare sono modi che offendono l'amore. L'amore non
si compra, non si mendica, non si impone, non si finge. Non adoperare con Dio
la legge scadente del baratto dove tu dai qualcosa a Dio perché lui dia
qualcosa a te. Come quando pensiamo che andando in chiesa, compiuto un rito,
accesa una candela, detta quella preghiera, fatta quell'offerta, abbiamo
assolto il nostro dovere, abbiamo dato e possiamo attenderci qualche favore in
cambio. Così siamo solo dei cambiamonete, e Gesù ci rovescia il tavolo. Se
crediamo di coinvolgere Dio in un gioco mercantile, dobbiamo cambiare
mentalità: Dio non si compra ed è di tutti. Non si compra neanche a prezzo
della moneta più pura. Dio è amore, chi lo vuole pagare va contro la sua stessa
natura e lo tratta da prostituta. «Quando i profeti parlavano di prostituzione
nel tempio, intendevano questo culto, tanto pio quanto offensivo di Dio» (S. Fausti):
io ti do preghiere e offerte, tu mi dai lunga vita, fortuna e salute. Casa del
Padre, sua tenda non è solo l'edificio del tempio: non fate mercato della
religione e della fede, ma non fate mercato dell'uomo, della vita, dei poveri,
di madre terra. Ogni corpo d'uomo e di donna è divino tempio: fragile, bellissimo
e infinito. E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita.
Perché con un bacio Dio le ha trasmesso il suo respiro eterno.
E.
Ronchi
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