Se sei il Cristo, salva
te stesso! Sono scandalizzati gli uomini religiosi: che Dio è questo che lascia
morire il suo Messia? Si scandalizzano i soldati, gli uomini forti: se sei il
re, usa la forza! Salvati. C'è forse qualcosa che vale più della vita? Ebbene
sì, risponde la narrazione della Croce, qualcosa vale di più, l'amore vale più
della vita. E appare un re che muore ostinatamente amando; giustiziato, ma non
vinto; che noi possiamo rifiutare, ma che non ci rifiuterà mai. E la
risurrezione è il sigillo che un amore così non andrà mai perduto. Un
malfattore appeso alla croce gli chiede di non essere dimenticato e lui lo prende
con sé. In quel bandito raggiunge tutti noi, consacrando - in un malfattore -
la dignità di ogni persona umana: nella sua decadenza, nel suo limite più basso,
l'uomo è sempre amabile per Dio. Proprio di Dio è amare perfino l'inamabile. Non
ha meriti da vantare il ladro. Ma Dio non guarda al peccato o al merito, il suo
sguardo si posa sulla sofferenza e sul bisogno, come un padre o una madre
guardano solo al dolore e alle necessità del figlio. Ricordati di me quando
entrerai nel tuo regno. E Gesù non solo si ricorda, fa molto di più: lo porta
con sé, se lo carica sulle spalle, come fa il pastore con la pecora perduta, lo
riporta a casa: sarai con me! E mentre la logica della nostra storia sembra
avanzare per esclusioni, per separazioni, per respingimenti alle frontiere, il
Regno di Dio è la terra nuova che avanza per inclusioni, per abbracci, per
accoglienza. Ricordati di me prega il peccatore, sarai con me risponde l'amore.
Sintesi estrema di tutte le possibili preghiere. Ricordati di me, prega la
paura, sarai con me, risponde l'amore. Non solo il ricordo, ma l'abbraccio che
stringe e unisce e non lascia cadere mai: con me, per sempre. Le ultime parole
di Cristo sulla croce sono tre parole regali, tre editti imperiali: oggi-con
me-paradiso. Oggi: adesso, subito; ecco l'amore che ha sempre fretta; ecco
l'istante che si apre sull'eterno, e l'eterno che si insinua nell'istante. Con
me: mentre la nostra storia di conflitti si chiude in muri, frontiere e
respingimenti, il Regno di Dio germoglia in condivisioni e accoglimenti. Nel
paradiso: quel luogo che brucia gli occhi del desiderio, quel luogo immenso e
felice che «solo amore e luce ha per confine». E se il primo che entra in
paradiso è quest'uomo dalla vita sbagliata, allora non c'è nulla e nessuno di
definitivamente perduto, nessuno è senza speranza. Le braccia del re-crocifisso
resteranno spalancate per sempre, per tutti quelli che riconoscono Gesù come
compagno d'amore e di pena, qualunque sia il loro passato: è questa la Buona
Notizia di Gesù Cristo.
(E. Ronchi)
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